LA JOVENC/NEI SHI Gardenia

La Jovenc (al secolo Giovanni Del Monte; voce, chitarra, e-bow, elettronica) è un musicista
eclettico con all’attivo diverse pubblicazioni in Europa (Cripple Dick Hot Wax, Trepok, White Label,
Storung, Origo) e diverse collaborazioni, con il regista Bruce La Bruce, il filosofo Massimo Cacciari,
la cantante Nicolette e con la Rai. Ha anche dato il suo supporto musicale a diversi gruppi teatrali,
esposizioni museali e gallerie. Nei Shi (al secolo Alessandro Petrillo; voce, basso, arrangiamenti
elettronici, chitarra, batteria elettronica, basso, phototheremin) è un polistrumentista con una
passione per la folktronica, l’elettronica, la chitarra fingerpicking, le colonne sonore e il jazz. Ha
all’attivo due album, il primo di materiale suo intitolato Snowdonia e uscito nel 2014 e il secondo
di cover di Secondo Casadei intitolato Secondo, pubblicato dalla Incipit/Egea nel 2017. I due si
mettono insieme per registrare l’album Gardenia, 10 cover che omaggiano la grande e sfortunata
jazz singer Billie Holiday reinterpretata in chiave elettronica e contemporanea. L’album viene
pubblicato dalla Sonica/Botanica ed esce il 25 maggio 2023. Il canovaccio originale è ovviamente
un modo di conoscere ed apprezzare l’incredibile virtuosismo tecnico vocale della Holiday (aveva
poco più di un’ottava) e l’altissimo contenuto emotivo dei suoi brani, un viaggio nei gironi infernali
del suo dolore sia ancestrale che personale. L’opera si muove essenzialmente su due piani. Da una
parte recupera il soul rock britannico degli anni Ottanta (Style Council, Everything But The Girl,
Mary Margaret O’Hara), le arcane sperimentazioni vocali di Kate Bush, lo sperimentalismo dub
degli Alternative TV, il soul/trip-hop spettrale, funereo e astratto dei Portishead degli anni
Novanta fino al folk jazz degli ultimi lavori di Mitski. Dall’altra parte immerge i brani in
un’atmosfera elettronica che sfiora la musica classica contemporanea. Gli arrangiamenti
dell’elettronica rubano e ritraggono momenti, impulsi, spasimi, fremiti vocali, contraddizioni e
frustrazioni del fallimento cosmico dell’essere umano che si abbandona ora all’inutilità di tutte le
cose, cercando in quel nulla forse proprio lo scopo ultimo della propria esistenza. Questo
esistenzialismo trepido ed emotivo si traduce in angosce ed elucubrazioni metafisiche e dà vita a
un cerebrale free-jazz che nasce all’insegna di una ricerca interiore, un’immersione negli abissi del
proprio io. I brani vegetano in un limbo musicale a basso volume che disegnano quasi uno
svolgimento appena abbozzato, dove gli strumenti vivono di accordi fugaci, fluttuazioni
nostalgiche, contemplazioni di visioni astratte, sculture sonore al limite della trance psichedelica.
Quasi una dozzina di strumenti contribuiscono all’arrangiamento anche se l’effetto è che
l’arrangiamento sia spartano: in realtà tutto è subdolamente calcolato per raggiungere il massimo
effetto. I brani sono divisi in jazz notturni deformati dall’elettronica (Don’t Explain, I’m A Fool To
Want You un crooning con nastri deformati, Lover Man, l’immortale Strange Fruit con ritmi dispari
e spezzati, chitarra e basso distorti, voce effettata e phototheremin), jazz lounge classici (He’s
Funny That Way il singolo apripista per voce, chitarra acustica e rumori concreti, Big Stuff, I’ve Got
It Bad ballata solo per voce e chitarra ), jazz blues alieni e inquietanti (Lady Sings The Blues, altro
capolavoro con voce filtrata e suoni elettronici), jazz da big band (Ain’t Nobody Business If I Do con
samples presi dalla versione originale) e addirittura un jazz ballabile (Come Rain Or Come Shine). Il
tratto caratteristico di tutta la scaletta è il tono pacato, disteso quasi rassegnato che rallenta e
addolcisce la musica: come un vecchio saggio che osserva sconsolato il divenire dell’universo
rinunciando a capirne la ragione, ma tragicamente conscio della condizione umana. Collaborano
all’album Dario Mazzucco (batteria), Henrique Molinario (contrabbasso), Luca Bonucci (piano). Alla
fine del primo brano Don’t Explain c’è anche la voce originale della grandissima Billie. Gardenia è
un LP bellissimo e commovente.

di Alfredo Cristallo

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