MAX ZANOTTI A Un Passo

 

Max Zanotti è un cantautore lombardo noto per essere stato il cantante e membro fondatore nel
1995 del gruppo indie italiano Deasonika (il suo secondo gruppo dopo i Glare nel 1989). Con i
Deasonika, Zanotti ha pubblicato 4 album: L’Uomo Del Secolo (2000), Piccoli Dettagli Al Buio
(2004), Deasonika (2006) e Tredicipose (2008). Nello stesso periodo è stato cantante e chitarrista
dei V.M. 18 (nel 1996) e ha collaborato col progetto Rezophonic nel 2007. Con I Deasonika ha fatto
diversi tour italiani suonando insieme ai Belle And Sebastian, Jaz Coleman e i Placebo. Nel 2009
partecipa al progetto Crossover con il pianista Floriano Bocchino e intraprende verso vari tour
nazionali ed internazionali (anche uno da solo in set acustico nel 2010).

Nel 2011 pubblica il primo album solista intitolato L’Illusione. Nel 2013 pubblica con Dj Mike l’album Della Vita E Della Morte.
Nel 2014 fonda il gruppo rock stoner dei Casablanca con cui pubblica due album, l’omonimo nel
2015 e Pace Violenza O Costume nel 2018. Il 22 novembre pubblica per la Vrec il suo secondo
album solista per la Vrec Label intitolato A Un Passo. In questa sua seconda fatica Zanotti propone
un folk blues oscuro e minimale che si situa all’esatto incrocio fra il blues primitivista e
trascendente di John Fahey, la psichedelia fine anni Sessanta, il folk pop dei primi REM e il lo-fi
surreale dei Pavement. Immerso in visioni tenebrose, l’album esalta il cantato intimista e lirico di
Zanotti impegnato a costruirsi passo dopo passo un milieu da dannato eterno muovendosi fra
atmosfere sfumate, fra sogno e depressione. Zanotti declina questa dicotomia immergendosi a
volte in raga folk come In Una Goccia Di Veleno (con arpeggio suggestivo e teme prog-pop) e Love
Me Blind, a volte in dream pop acustici come il deliquio di La Mia Sporca Abitudine (con
suggestioni spaziali e battito disco), a volte in folk trascendenti come On The Other Side e Non Ho
Visto Niente, accelerando invece con brani dal tono più nevrotico (un mix fra il Neil Young elettrico
e la psichedelia ruvida degli Eleventh Dream Day) nell’hard blues cadenzato di Qualcuno Qui Si
Ferirà e di Ti Salvo L’Anima (a passo di pow wow). Questo cupo immaginario con le sue immagini
noir su dettagli e ferite umane dissolte nell’oscurità trovano alla fine sublimazione e pace nella
cover di Yelawolf (star del southern hip hop) di Devil In My Veins immobilizzata in un formato dalle
tinte dark e soprattutto nelle stasi mantriche di Blinking Frames (con inflessioni western) e della
title track (con inflessioni westcoastiane) che chiude l’album. I brani sono tutti ben costruiti e
l’album non ha dei veri punti deboli rimanendo sempre ancorato a un tema di fondo che è allo
stesso tempo dolente, fatalista e anti-spettacolare. In realtà ogni canzone impiega un differente
espediente per stabilire un contesto emotivo e ogni canzone si evolve incrementando tensione e
significato quando il sound si fa più forte e profondo. Collaborano all’album GeorgeAnne Kalweit
(dei Delta V) e la giovanissima next big thing inglese Kayla Parr in due duetti con Zanotti, insieme a
Rosario Frank Lo Monaco (dei Casablanca) al banjo, Paolo Pischedda al piano, Dj Myke agli scratch
e ai campionamenti sonori, Silvio Pirovano alla chitarra.

di Alfredo Cristallo

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