The Riddle OffDream (L'eningma di un sogno ) una creazione di Vincenzo Cirillo, in scena il 6 ottobre a Cagliari per il Karel Music Expo 2012

Il racconto dell’ispirazione a 15 giorni dall’evento.

Che cos’è una creazione ? Un utopia , un qualcosa che ti tiene fuori dal mondo, che ti sospende nell’aria , un qualcosa che ti spaventa, che ti opprime con il terrore del fallimento, sempre dietro l’angolo. Per l’artista che insegue la sua vocazione è una gioia ed una sofferenza profonda, un atto che ogni volta vuole essere una lievitazione verso il cielo ,uno staccamento dall’umanità verso il divino, ma che a volte si rivela un niente totale !

Dopo l’invito di Davide dei Dorian Gray a partecipare con una mia performance a quel magnifico evento culturale che è il Karel Music Expo a Cagliari , la mia mente si è messa a viaggiare, a riflettere, a dubitare, a lottare, a battersi per fare uscire qualcosa che valesse la pena di essere vista, vissuta dagli spettatori che sabato 6 ottobre verranno al teatro civico .

Ed ecco che all’improvisso mentre cucinavo della pasta all’arrabbiata,in pieno isolamento,è arrivata l’idea dominante, scatenante, che da sola si mette in marcia e riempe tutto , riempe quel vuoto abissale che c’era prima sulla pagina bianca della mia mente , del cervello. Nella mia stanzetta di campagna dove mi rifugio dopo una giornata di teatro tra musicisti, danzatori, cantanti, comparse, custumista, truccatore, la in quel piccolo bunker protetto dalla vacche che dormono nella stalla vicina, l’isprazione è arrivata, senza presentarsi, senza dire buonasera, è arrivata brutalmente, dolcemente , decisa e prepotente, condannatrice e liberatrice allo stesso tempo.

Cosa è successo ? Nel momento in cui l’idea dominante mi ha posseduto e violentato, ho avuto delle visioni come se fosse stato un sogno, un film. Ero in trance. Ho visto me fuori dal mio corpo, vestito di bianco, camicia e pantaloni. Scalzo, tinto di bianco volto, mani e piedi , delle bende sulle mani coperte di sangue , me che entravo nel silenzio, attraversando lentamente la platea, guardando in basso i miei piedi, che salivo sul palcoscenico a fatica, che inginocchiatomi, cominciavo a costruire una croce con delle tavole , chiodi e martello che erano li ad attendermi.

Mentre costruivo questa croce mi ferivo le mani con il martello cercando di inchiodarla, gridavo disperatamente per il dolore, arrotolandomi da per tutto. Costruita ed innastrata la croce, con nastro bianco adesivo, misono sollevato in piedi danzandoci insieme, usandola come una donna per un tango, come un soldato col fucile, di nuovo come donna per farci l’amore, e poi sollevata in aria, sbattuta per terra, strusciata da per tutto con forza ed intensità, l’avrei capovolta, togliendogli il suo ruolo. In questa visione facevo con la croce tutto cio’ che era possibile farci e che la mia immaginazione mi suggeriva. Quando la musica sarebbe finita, l’avrei gettata per terra e come liberato da un peso, me ne sarei andato come un derviscio sollevato da terra .(Naturalmente pasta scotta, sugo bruciato, ho dovuto buttare via tutto e ricominciare a cucinare)

La performance sarà questa ed ho deciso che non la proverò prima e cercherò con delle astuzie di crearla sul posto come era nella visione, chissà come andrà…

Ora devo scegliere le musiche adatte per i due momenti dell’happening, tra una camomilla ed un altra, ascolto mille melodie sul mio computer Ne

ssuna mi soddisfa; una non era adatta, troppo moscia, troppo ritmica, non romantica, non poetica, non sofferente.

Giunto sul precipizio di una crisi di nervi sto per mettermi a piangere, disperato come un bambino che ha perso la mamma, quando all’improvviso ecco scelgo la prima delle musiche per la mia performance: «  La passione secondo Matteo » di Bach, perfetta secondo me per la costruzione della croce, per il dolore e l’espiazione richieste dalla scena.Dopo essermi innervosito, combattuto a pugni con me stesso nello specchio, ecco «  You mek file » di Archive , il giusto ritmo per questa specie di danza piena di simboli e messaggi. Ora manca il titolo e la significazione di tutto questo.

Il titolo é stato veramente facile da trovare «  The riddle of Dream » (L’enigma del sogno )e di conseguenza le note di spiegazione che accompagnano la performance.

Un artista sogna la sua passione per raggiungere quella elevazione tanto sperata, della sua arte e del suo spirito, la quale gli sfugge sempre. Questo è solo un sogno o è la condanna della sua vocazione di artista?Questa scena sarà forse inserita nella nuova creazione della compagnia ombradipeter ” Wojciech, La passion de l’artiste Acte Trois ” a marzo 2013 al teatro de L’inédit a Dijon (France) .

Fin qui tutto sembra facile ed invece arrivano i dubbi, la paura, il terrore di fallire, di sbagliare di giocarsi la faccia , il rispetto del pubblico, dei colleghi, dei giornalisti. Mettiamo che la scena delle martellate non faccia effetto se non riesco a togliermi i guanti senza che nessuno se ne accorga per esempio! (per coprire le bende precedentemente dipinte di rosso sangue le copriro’ con dei guanti dipinti di bianco come il resto), Dove li metto? In tasca, li butto via dietro qualcosa forse, cosa però ? E se sulle tavole ci sono dei nodi e i chiodi non si piantano, oppure i chiodi sono troppo lunghi e mi ci ferisco davvero, se intorno a me ci saranno strumenti musicali previsti per altre esibizioni, se ci sbatto contro, se cado dal palco, se il fonico si sbaglia con la musica, se il pubblico si rompe, l’effetto che volevo non arriva, che figura di merda .

Sono felice di andare al Karel, ma se va male mi deprimo, anzi sono gia depresso. Questa mia creazione gia non mi piace più, e poi se perdo il treno per Parigi? O se ritarda e  perdo l’aereo ? Che stress, addirittura arriva a pensare che forse era meglio se non m’invitavano.(Bugiardo! Mi dico. Sono super felice e fiero).

Mentre scrivo questo per Micsu mancano 15 giorni all’ evento , e vi posso garantire che per me l’attesa è come quella di una donna che dopo 8 mesi di gravidanza non attende altro che il nono finisca per far nascere il bambino, ma che teme che tutto possa andar male , che ha paura per il bimbo, per lei stessa. Vorrebbe ritardare il parto, o vorrebbe che arrivasse subito, ma quando arriverà il momento ,tutta quella gestazione, attesa, comunicazione con il feto finisce; e allora soffre perchè non sa cosa sarà la felicità: il parto andato bene ? O quello che sta vivendo adesso, cioè l’attesa ?… io mi sento cosi.

Appuntamento dopo il 6 ottobre per la continuazione di questa creazione con la sua realizazzione, laggiù sarà la nascita vera e scoprirete se tutto è andato come speravo, come doveva andare.

Info Karel Music Expo (Nero 2012): www.voxday.com

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