DIARIO DI UN'ETERNA BAMBINA – II CAPITOLO

Avrai capito anche tu, diario, che la mia vita non è per niente semplice. Da quando ero bambina ad oggi, che ho 15 anni, non faccio altro che combinare guai. E oggi è stata l’ulteriore dimostrazione. Peccato che ho rischiato di mettere nei guai anche te, a scuola, e avresti potuto imbatterti tra gli artigli di quella megera acida, sfigata e dalle unghie luride che oggi è riuscita a mettermi una nota di demerito sul registro e ha promesso di convocare i miei per un colloquio. Quando penso che avrebbe potuto anche solo sfogliarti e farmi diventare lo zimbello di tutta la scuola mi sento morire dal senso di colpa e dalla vergogna. E pensare che la giornata era iniziata anche bene, tutta presa com’ero a farmi fotografare da Giorgio prima di entrare in classe…

Mirella mi chiede sempre che cosa una come me possa trovare in Giorgio e fa di tutto per intromettersi nel nostro rapporto e per farci lasciare. Comincio a pensare che sia gelosa, perchè è da due mesi a questa parte, dall’inizio della mia storia con lui, che non perde occasione per screditarlo ed accusarlo davanti a me delle sventure che le capitano e inoltre continua immancabilmente a ripetere che non è il ragazzo adatto a me. Brava lei… che parlasse di meno, mi lasciasse in pace e pensasse a lavorarsi quel truzzo di Roberto che non la degna neanche di uno sguardo.

A me Giorgio piace: non che ne sia follemente innamorata, ma ha un qualcosa che mi porta a volergli bene. Di due anni più grande di me, di media statura, capelli color castano chiaro, occhi più scuri della pece, è definito da tutti “il professore” per via degli occhialoni e del suo fare da intellettuale. E’ carino, simpatico e alla mano e non perde occasione per dimostrarmi il suo affetto. Ogni giorno mi manda tre o quattro sms, mi mette i post con i cuoricini su facebook e, al mattino, quando ci vediamo all’entrata di scuola mi saluta sempre con due dolci bacini portandomi a volte il croissant al miele che mi piace tanto. Credo che per me farebbe l’impossibile e non capisco Mirella quando dice che devo lasciarlo perchè è l’opposto di me e che con lui non sarò mai felice perchè mi limita in molte cose. “Altro che limiti”, Mirella, “sarà anche bruttino o, almeno, non alla pari di Roberto, ma almeno è educato e gentile, mi vuole bene, mi giustifica sempre con i prof e, cosa da non sottovalutare, mi porta ogni giorno le versioni di greco e di latino svolte, così io e te ce ne possiamo stare tutto il pomeriggio a guardare le serie di Primi Baci”. Quando le dico così, la mia amica si zittisce, ma il suo stato di tranquillità non dura molto perchè appena le succede qualcosa, una minima cosa, come ad esempio il tacco che le si rompe, se la prende col mio ragazzo: “Lo sapevo, quello sfigato del tuo ragazzo ha buttato la maledizione sulle mie scarpe”.

Mirella e io siamo amiche fin da piccolissime. Avevamo tre anni quando ci siamo conosciute al nido e da allora siamo inseparabili. Tutti i giorni insieme, tutte le feste insieme, a scuola sempre insieme al solito banco ogni anno, insomma tutte le avventure e le sventure insieme. E’ la ragazza più bella della scuola e riscuote molti consensi tra i ragazzi del liceo e non solo, peccato che ci dicano che io e lei in due arriviamo al massimo al cervello di un criceto. E’ innamorata, da sempre, di Roberto, il Brad Pitt della scuola, che non la considera neanche perchè dice che non capisce niente di calcio. Mirella ha provato diverse volte a farsi raccontare due cosine da Giorgio, che le ha pazientemente spiegato cosa sono i tempi supplementari, i rigori e addirittura il fuorigioco ma non c’è proprio verso. Roberto l’ha presa per un’imbecille quella volta che guardavano Francia Italia.. All’inizio era partita bene, ha ripetuto a pappardella tutta la lezione di Giorgio e lui la guardava stupefatto ma, birretta in mano, l’ha fulminata con lo sguardo quando, durante la partita, lei gli ha chiesto con naturalezza: “Tesoro, ma quell’omino che corre in campo con le due squadre chi è?” . Inutile dire a chi Mirella abbia attribuito la responsabilità del suo insuccesso!

Stamattina prima di entrare a scuola ho voluto fare delle foto artistiche, col lago come sfondo, che vorrei mettere sul mio profilo facebook e Giorgio ha portato la sua macchina professionale. E’ stato molto divertente e almeno per un po’ ho dimenticato che forse sarei stata torturata all’interrogazione di latino, mi sono distratta un po’ col mio ragazzo che mi ha invitata a una fiera di fumetti che ci sarà tra qualche giorno. Non so se ci andrò, non mi piacciono molto quelle cose, ho provato anche a leggere qualcosa ma proprio non è il mio genere. In quel fumetto che mi ha passato lui, in cui il protagonista era uno strafigo che aveva un assistente idiota e strasfigato, solo omicidi e gialli da risolvere!

Insomma, foto su foto, avevo completamente dimenticato che non avevo neanche copiato la versione di latino per quel giorno. La campanella sarebbe suonata dopo tre minuti: ormai non c’era tempo per farsela passare, Giorgio era entrato in classe prima, come al solito, e non c’era modo di farsi aiutare, anche perchè non sarebbe riuscito in così poco tempo a tradurre dodici righe.

Senza perdere la fiducia mi sono messa all’opera io, cercando di dimostrare abilità nel comprendere il testo, svolgendo una traduzione libera e interpretativa. Con un po’ di impegno e di buona volontà in cinque minuti avevo finito la versione anche se avevo iniziato comunque gli spergiuri per non essere interrogata.

Mirella, pochi istanti dopo il suono della campanella, è entrata in classe e si è seduta dicendo: “Oh, l’hai fatta la versione? Io l’ho copiata da Tommaso ma è venuta uno schifo, semmai si usa la tua”. E io: “Si si, tutto a posto, usiamo un quadeno in due se ci interroga, tanto quella è talmente messa male che ci vede doppio!”.

La Bideris è arrivata ondeggiando sulle zeppe color arancio, che aveva abbinato a una camicia violacea e a un pantalone rosa scuro e sembrava un confetto in bilico su un’arancia. Senza tante smancerie si è messa a parlare di una cosa che si chiama perifrastica ma, appena sentito il nome, ho distolto la mia attenzione da quella cosa (che sapevo non mi sarebbe servita a niente nella vita) e a dedicarmi a te, diario mio. Mentre ti toglievo dallo zaino, sperando di riuscire a disegnare sulle tue pagine la prof e il suo abbigliamento, Mirella, dal sottobanco, ha tirato fuori lo specchietto da borsetta, che porta sempre con sé, e ha iniziato a strapparsi le sopracciglia.

Così io ho iniziato a disegnare la caricatura della mia insegnante usando tutte le penne colorate che mia madre mi regala, ma ad un tratto Mirella, nel riporre la pinzetta nell’astuccio, se l’ha lasciata scivolare a terra, creando un tintinnio che ha fatto rivolgere immediatamente l’attenzione della prof verso il nostro banco.

“Ma brave, Mirella e Rosaria. Siete a scuola o dall’estetista?”, ci ha rimproverato la prof contrariata. “E poi, tu, Rosaria, che scarabocchi?” .

Sono diventata rossa dalla vergogna: se solo avesse visto come l’avevo ritratta mi avrebbe fatto espellere dalla scuola. Ho farfugliato subito che stavo prendendo degli appunti sulla lezione, ma mi sono tirata la zappa sui piedi perchè il peggio doveva ancora arrivare.

“Ah, ma bene. Dal momento che suppongo sia una scusa, ma non voglio impicciarmi degli affari tuoi e dal momento che dici di essere concentrata sul latino, vuoi portarmi la versione?”. Mi ha intimato con aria minacciosa.

“Si prof” ho risposto prendendo il quaderno, senza rendermi conto del quando e del come.

Le ho passato il quaderno, mettendomi davanti a lei ad aspettare il responso dell’oracolo. Dalle sue prime occhiate intuivo che doveva andar bene ma, ad un certo punto, ha cominciato a farsi più rossa di un peperone e, adirata, ha chiamato Mirella al patibolo. Mirella, che non aveva voglia di essere interrogata le ha risposto: “Prof, la mia versione è identica a quella di Rosaria, perchè ieri pomeriggio abbiamo studiato insieme”.

La Bideris era iraconda, ha provveduto subito con una nota sul registro ad entrambe, in cui scriveva che “le due allieve, distratte dalla lezione per motivi futili, dimostrano un calo ulteriore del rendimento e della disciplina, consegnando alla sottoscritta un materiale scolastico non solo improponibile, ma addirittura scandaloso”. Ha giurato, tra l’altro, di convocare i nostri genitori entro la fine della settimana.

Mirella, che in tutto quel teatrino aveva la sola colpa di essersi tirata due peli, mi ha guardato allibita e spaventata. “Perchè ha fatto così?”, mi ha chiesto appena ritornate al banco. Io, senza avere il coraggio di risponderle, le ho mostrato il quaderno con la versione che, nella mia traduzione molto libera e fantasiosa, recitava : “Cleopatra, regina d’Egitto, settima regina con quel nome…Cleopatra era una poco di buono, si era fatta prima Cesare e poi Antonio, perchè si dice che Cesare non la soddisfacesse quando facevano il bagno insieme nel latte d’asina. Fu proprio perchè era scontenta anche di Antonio, che non le garbava neanche, che si suicidò. Non avrebbe potuto trovare altri vigorosi condottieri?”

Mirella mi ha fulminata con lo sguardo, ma poi ha cominciato a ridere, di nascosto dalla prof e quando siamo uscite da scuola ha commentato “La Bideris era forse invidiosa di Cleopatra?”.

Ora, diario, sono molto preoccupata di come la prenderanno mamma e papà, però. Sto seriamente pensando di anticipargli qualcosa sulla convocazione a scuola, ma devo pensarci su. Magari faccio passare il fine settimana.

Rosaria Caria. Disegni Natascia Raffio.

 

 

 

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