ROBERTO MY A New Life

Roberto My è un cantautore e chitarrista romano. Attivo fin dagli anni Novanta nella scena
bolognese, ha militato in diverse band dell’underground italiano del periodo e dei primi anni del
nuovo millennio (Volcano Heart, Terapia D’Urto, 3000 Bruchi) e ha recentemente ricominciato a
comporre e a suonare sia con questi gruppi sia in versione solista con un proprio gruppo. Il suo
primo album è stato Flares uscito nel 2019 per la label I Dischi Del MInollo (recensito in questa
rubrica il 26/03/2019) che al tempo ebbe riscontri positivi su diverse riviste specializzate
(Ondarock, Rockerilla, Radiocoop). Ritorna a 4 anni di distanza con una nuova line-up che allinea
oltre a lui (chitarra e voce), il chitarrista Kris Toscano,

il bassista Fabrizio Marcelli e il batterista Niccolò Friz e un nuovo disco A New Life che esce sempre per i dischi Del Minollo il primo dicembre 2023. Nel nuovo disco Roberto My recupera il suo amore per l’alt-rock e per la
psichedelia, aggiungendovi un tocco di malinconia che trascende spesso in uno spleen esistenziale
mentre gli arrangiamenti e le partiture strumentali sono fratturate da fiondate elettriche che
suggeriscono un costante stato di nevrosi come se l’artista combattesse i suoi fantasmi interiori.
Anche più interessante è il ricorso alla ballata folk-rock che nelle mani di Roberto sottolinea lo
spirito dell’epoca (alienato e nevrotico) mescolando abilmente trascendenza millenaria ed
entusiasmo adolescenziale. L’insieme è variegato, mai monocorde con brani riflessivi che si
avvalgono di qualche tocco stravagante, di un hook inaspettato che lo eleva al di sopra dell’alt-
rock (la ruvida Travelling all’inizio dell’album con echi di nostalgia estiva, Old Photos), dello psich-
rock (la martellante How Many Miles con pause pensose e crescendo da brividi) e del folk rock (lo
scampanellio iniziale di In My Bed che si sviluppa in una più radiosa melodia per chitarra e organo,
la ballad di Sea Of Quietness che lambisce il raga-folk dei primi REM). Questo spirito
apparentemente corrivo ma in realtà abilmente (e astutamente) innovativo trova la sua
consacrazione nel rhythm’n’blues di Every Day che shakera le progressioni dei Dinosaur Jr e il tono
sguaiato dei Rolling Stones regalandoci anche uno splendido duetto fra chitarra elettrica e chitarra
acustica. Altra perla è la disco-funk d’ altri tempi della title-track con echi di tropicalismo. La
ciliegina sulla torta è la ninnananna natalizia finale di Untitled completamente strumentale (come
il brano finale del precedente album). Le tentazioni pop di Roberto My sono sempre dietro
l’angolo ma alla fine lì rimangono ovvero i brani sono orecchiabili ad un primo ascolto ma dopo il
secondo o il terzo ti accorgi che c’è dell’abilità compositiva una spanna sopra i revivalisti di ogni
ordine, genere e grado. Alla line-up ufficiale si aggiungono Federico Festino alle tastiere e Gianluca
Varone al sax tenore. Come nel precedente album la produzione è di Daniele Silvestri e l’artwork
di Federico Festino. I brani (e in parte anche la produzione) sono di Roberto My tranne Old Photos
firmata da My e Kris Toscano..

di Alfredo Cristallo

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