Virtuosismo e Povertà

Nel terzo ed ultimo incontro formativo sulla Raccolta Differenziata; sulle Fonti Rinnovabili e sul Risparmio Idrico ed Energetico, avvenuta il Sabato 30 ottobre 2010, avevo mosso alcune critiche sulla futura gestione dei rifiuti, ma sia i relatori che l’Assessore all’ambiente, fecero delle spallucce e dissero: – La tecnologia attuale non ci permette di evitare la produzione di imballaggi, e che per il momento, la cittadinanza deve attenersi alla buona regola di differenziare i rifiuti domestici… poi in futuro si vedrà…

La cittadinanza coinvolta si limitava ad ascoltare ed a seguire i consigli…

Dissi prima di andarmene coi mastelli sotto braccio «Le soluzioni importanti che oggi non volete adottare, le demandate alle generazioni future, come se ci fosse abbastanza tempo per pensarle meglio; il guaio è che di tempo non ne abbiamo, e le soluzioni sensate a costo minimo per le tasche dei contribuenti, sono troppo onerose in termini di conversione per il comparto industriale!»

Dopo circa un anno di osservazione del comportamento umano – per l’esattezza era il 19/07/2011 – iniziai a scrivere la mia relazione critica in forma di racconto, ma non riuscii a pubblicarlo perché sentivo che non era pronto.

Oggi è pronto, ma devo avvertire il debole di cuore e duro di comprendonio, che non mi assumo le responsabilità se qualora un malore improvviso lo prendesse improvvisamente dopo aver letto questo scritto.

Dove un tempo le campagne incorniciavano i piccoli centri abitati con negozi di vario genere, e altri servizi a portata di passeggiata, adesso stiamo assistendo alla inarrestabile espansione di interi quartieri dormitorio come se fossero macchie di pece liquida, dalle quali si ergono celle abitative a misura d’uomo… talmente a misura che sembrano cappelle cimiteriali.

E proprio da queste celle di cemento armato e finestre sbarrate, ogni mattina fuoriescono individui anonimi costretti a percorrere centinaia di chilometri per raggiungere le proprie necessità quotidiane con dei mezzi energivori e inquinanti.

Mentre ingranano la retromarcia; poi la prima; di nuovo la retromarcia; e la prima per la seconda volta, per disincastrarsi dal parcheggio, si fumano una sigaretta, leggono il giornale e si scaccolano… tutto contemporaneamente.

Durante il tragitto per andare al lavoro, hanno sempre il videofonino sotto il naso, si prendono la comodità di pagare: l’IMU su una loro proprietà; le bollette delle utenze a prezzi stratosferici; il mutuo della casa o l’affitto; la TARI; le varie assicurazioni; versare altro denaro nelle casse dello Stato, per assicurarsi dei servizi sanitari del tutto inesistenti; fino a prepagare con largo anticipo, quel posticino sicuro nella Casa di Riposo; ed infine pagare le tasse cimiteriali anche dopo morti! Il tutto a portata di polpastrello impiastricciato di caccole – ma attenzione, il polpastrello, non è un polpo con il rastrello, ma il dito del pollastrello da spennare!

Uscire dalla città, a piedi, è faticosissimo. T’investe la lava bollente del brutto, del rumore, strade sopra strade, tremendi ponti di ferro, treni, camion, Tir, corsie con sbarramenti, impraticabili autostrade, un vero teatro di guerra. (G. Ceronetti, Un viaggio in Italia)

Pausa pranzo? Ma sono veramente sicuri di avere una pausa mentre mangiano? Arrivano con il macchinone americano, lo parcheggiano in bilico tra il marciapiede e la parete della palazzina di fronte al bar, chiedendosi come mai le strade italiane diventano sempre più strette. Escono di volata dalla vettura e senza tanti convenevoli, ordinano il panino affogato nel caffè, s’ingozzano e via di volata, tornano a lavorare per produrre… spazzatura…

(Oggigiorno il modello culturale viene imposto dai mass media: la pubblicità invita l’Automa*, all’acquisto compulsivo di SUV piuttosto che di Crossover; di televisori al plasma o a LED più grandi della parete del soggiorno; di videofonini da ultimo grido in grado di gestire a distanza la lavatrice; la lavastoviglie; il frullatore; e la porta blindata. Tutto garantito dal certificato di obsolescenza programmata.)

*: Di persona che si muove o agisce macchinalmente, quasi fosse priva di riflessi o di volontà.

…e la spazzatura prodotta verrà immessa nel mercato per essere acquistata dai loro produttori…

A fine giornata, devono re-inventare gli spazi domestici per collocare al suo interno la discarica personale: un mastello per la plastica; uno per il vetro; un altro ancora per l’organico; la cesta per la carta; il bidoncino per l’olio esausto; lampadine; pile; e altro ancora fino a raggiungere il paradosso di separare correttamente, l’etichetta in LPDE4; il tappino in PP05; dalla bottiglia di plastica PET01. Devono stare attenti a non andare oltre il quarto mastello del grigio l’anno, perché il quinto lo pagano caro! Con la disperazione fin sopra i capelli, sono costretti a trovare espedienti sempre più complicati per portare la spazzatura di casa sul posto di lavoro e viceversa; oppure, per lasciare con nonchalance il sacchetto del grigio e l’ingombrante nei cestini del giardino pubblico. A causa di questi comportamenti scorretti, le amministrazioni adotteranno delle contromisure invasive, installando videocamere nei punti strategici… per un maggior controllo del territorio e della popolazione.

 

Poi non si devono lamentare se a conclusione di tutto, arriva un altro conto da pagare… che ricadrà inevitabilmente sulla salute mentale.

(***)

(In un futuro molto lontano… le autorità dell’impero Kali Yuga pretenderanno dagli automi di separare il semisolido marrone dal liquido giallo paglierino, e se il giallo non ha il consueto odore di piscio, e il marrone non ha la dovuta consistenza di cacca, dovranno chiamare il numero verde; seguire le indicazioni dettate dalla voce elettronica; premere il tasto cancelletto seguito da una serie di numeri innumerevoli; ed in fine, dopo il 120° tentativo, un operatore satellitare risponderà con la sua voce suadente e ipnotica, e dirà: – Non toccare niente! Mettiti in quarantena, che mandiamo subito una squadra esperta in rifiuti organici pericolosi, per portarvi negli inceneritori…!)

Conclusioni:

Se in questo quadro clinico generale, dovessimo aggiungere le micro abitudini individuali, capiremmo che il piano in atto ci induce a ripetuti errori, e se cercassimo di correggerli con degli accorgimenti improvvisati, non consigliati dai così detti “esperti” del settore ambientale e sociale, ci accorgeremmo che è inutile intervenire sui sintomi, e comprenderemmo anche qual è la causa scatenante del disastro ambientale imminente: Ovvero, noi stessi! (Quando dico “Noi Stessi”, mi riferisco, agli individui anonimi resi automi; ai così detti “esperti” nei vari settori; e a me stesso.)

Ma non tutto è da buttare… raggiungere lo “Zero rifiuti in casa” è difficile lo so, ma è possibile mostrare a noi, e alle nostre amministrazioni, che si può cambiare la vita, e far evolvere la società, adottando ogni giorno alternative semplici e rispettose per l’ambiente!

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