UZZU LE ROI, una satira contemporanea sui meccanismi del Potere

A novembre 2022 è uscito il nuovo libro di Vincenzo Cirillo ” Uzzu Le Roi ” La follia del Potere, per le Edizioni du Net di Parigi.

Vincenzo Cirillo è un artista totale, che si getta a capofitto in tutte le sue passioni, dal teatro, alla letteratura, alle arti plastiche, passando attraverso le performance e l’Happening.
Viaggiatore irrequieto, si è esibito in tanti paesi d’Europa e del mondo, in luoghi ufficiali ma sopratutto nell’underground artistico e luoghi atipici, fuori dal sistema convenzionale.
“Uzzu Le Roi” è il titolo del suo ultimo romanzo breve che sta già trasformando in una piece teatrale. Il titolo fa da eco a “Ubu Roi” d’Alfred Jarry ma in realtà è una satira crudele sulla solitudine del potere e l’illusione di onnipotenza che questo sembra dare.
La storia è comica, assurda ma racconta in maniera semplice ed efficace la condizione umana universale.
La vicenda si sviluppa in una notte del carnevale di Viareggio in Toscana, dove un povero barbone s’illude di essere un re, il più grande dei re della terra, tra i rifiuti  di bottiglie di pesce fritto, incontra un livornese, un musicista squattrinato anarchico, da questo incontro tra due emarginati nasce un dibattito sul potere, sull’anarchia, la libertà del popolo e la tirannia dei potenti che se ne fregano della gente e pensano solo ai forzieri e mantenersi il trono.
Uzzu il re napoletano per salvare la sua pelle è costretto ad uccidere l’anarchico livornese che voleva piantargli un coltello nel ventrte.
Costretto a fuggire, passa in mezzo ai grandi carri di cartapesta e le feste del carnevale e pensa che il suo popolo infondo è felice e non disperato come voleva fargli credere l’anarchico.
Uzzu solo come un cane, si ritrova sulla spiaggia è muore di fame, sete e disperazione.
Un racconto breve ed intenso in cui Cirillo ci trasporta in un sogno che sembra l’incubo della realtà che vivono tutti coloro che per un motivo o per l’altro hanno perduto tutto anche la dignità ed il coraggio di continuare a vivere.

Come nella tradizione italiana, si passa dalla commedia alla tragedia.

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