TIDAL FRAME Tidal Frame

https://www.youtube.com/watch?v=EV3mK8DRAqk

 I Tidal Frame sono un gruppo di Teramo nato nell’aprile del 2013. La formazione attuale
comprende Matteo Felicioni (voce, chitarra), Alfredo Di Francescantonio (basso), Riccardo
Maiorano (chitarre) e Pier Giorgio Bragaglia (batteria). Il primo EP autoprodotto di 5 brani
definisce il loro sound con chitarre graffianti e tempi dispari ma anche con un’attenta ricerca di
significative linee melodiche. Il loro rock compatto e massiccio riprende spesso la lezione di
Soundgarden, Muse, Queens Of The Stone Age e Placebo. Nel 2019 avviene l’incontro col loro
futuro manager Pietro Foresti (già attivo con Tracii Guns, Scott Russo, Lambstone e Roomates) che
ha dato un sound più moderno simile ai Placebo, ai Rasmus, ai Dream Theater e ai Rush. Ma nello
stesso tempo li ha ancorati ad esempi più o meno conosciuti dell’hard-prog dagli anni Sessanta in
poi. Il loro primo omonimo full lenght album esce il 14 Ottobre 2022 per la Vrec Music Label/Believe.

L’album si muove su linee consolidate di hard rock ma fra le righe si intravvede una
ricerca melodica che discende dagli esperimenti di hard-prog più o meno conosciuti degli anni
Sessanta e Settanta (May Blitz, T2, Quatermass, gli italiani Metamorfosi e Biglietto Per L’Inferno),
dal pop romantico e altisonante degli anni Ottanta e Novanta (Simple Minds, Mercury Rev) fino
all’hard-prog tecnico degli ultimi anni (i polacchi Riverside). Fondamentalmente i Tidal Frame
usano l’impalcatura hard rock aggiungendovi momenti più progressive d’alta classe, fantasie
melodiche, contrappunti strumentali, ritmi travolgenti e chitarre stratosferiche che compongono
un’affascinante mosaico sonoro. Così a brani di hard rock aggressivo come Waiting For Nothing (il
loro primo singolo apripista), The Reason (con coda chitarristica heavy metal), il catastrofismo
sonoro di Shellfire si oppongono a momenti di maggiore ricerca melodica: le venature sognanti di
Alice (il secondo singolo), quelle epiche di Healing Waters (il terzo singolo), quelle spaziali di The
Space Above Us, Elodie’s Ether (marziale, variopinta e ariosa), il ritmo funky subliminale della finale
Armors Of Clay. In pratica i Tidal Frame invertono a livello di arrangiamenti la lezione degli Yes e
dei Jethro Tull: non più l’hard rock al servizio del progressive ma il prog al servizio dell’hard rock. A
regime i brani sfrecciano a velocità supersonica (e senza mai lasciare il tempo di riprendere fiato),
le armonie sono pallottole ben affilate e le chitarre fornaci di sibili assordanti. Il loro sound
vorticoso sembra raggiungere vertici catartici ma in realtà nascondono nevrosi terribili. Particolare
attenzione ai testi che toccano diversi argomenti (influenza dei media, violenza sulle donne,
eutanasia). L’intero album è stato registrato da Pietro Foresti e mixato da Matteo Agosti al
Frequenze Studio di Monza..

di Alfredo Cristallo

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