FLAVIO FERRI Altered Reality 8D

Abbiamo incontrato Flavio Ferri nelle recensioni che sono state pubblicate su Micsugliando in
occasione dell’uscita del suo album Fast Forward. Era un album quintuplo che riordinava i lavori
precedenti dell’artista milanese e che non erano stati ancora pubblicati. Fast Forward rielaborava
le sperimentazioni elettroniche dell’artista (tranne un album composto di sola musica per piano) e
saggiava le infinite possibilità con cui questo genere ha influenzato la musica contemporanea dal
krautrock tedesco degli anni Settanta fino agli anni Venti del 21° secolo. Da qui prende l’abbrivio
l’ultimo album di Ferri pubblicato il 13 giugno 2020 per la VREC/Believe Digital col titolo di Altered
Reality 8D. Per questo lavoro Ferri ha inventato un sistema chiamato appunto 8D che fa tesoro
dell’olofonia, delle registrazioni binaurali e delle registrazioni sperimentali di scambio del suono e
ha chiesto a questo scopo la collaborazione di Simone Cicconi (synth, programming) e Elle (voce).
Questa è musica è accessibile da qualsiasi supporto riproduttivo ma è in definitiva apprezzabile
solo in nell’ascolto con cuffia . Il risultato ottenuto è una musica straniante fatta di suoni cosmici,
droni rotanti, glitch, rumori concreti, parti vocali smembrate e ricomposte. In quest’album Ferri
getta un ponte sonoro fra musica contemporanea (i continuum di Ligeti e le sperimentazioni di
Stockhausen), l’industrial inglese dei primi anni Ottanta, la psichedelia cosmica di Klaus Schulze, le
dissonanze rotanti e nichiliste dei Lightwave e i loop anemici e ambientali dei Labradford. La sua
musica presenta scenari spaventosamente deteriorati che possono essere interpretati tanto come
estrema sintesi dei rumori del mondo industriale quanto come una trascrizione astratta della
devastazione mentale causata dell’alienazione; non è casuale che l’idea iniziale sia venuta a Ferri
durante il periodo di lockdown a Barcellona(dove Ferri abita e lavora). In questo flusso sonoro che
è al tempo stesso flusso di coscienza ed esperienza mistica come avveniva negli acid trips degli
anni Sessanta trovano posto i droni elettronici di Ouverture, il trip hop elettronico di Tuning In, il
bordone spaziale con inserti psichedelici di chitarra e fischi di synth di Entangled In Mesh, la
techno ambient di The Mesmerizer, le sculture sonore di Premonition (per piano e chitarra con
echi finali da jazz combo) e He Knows How To Get Back To You (con percussioni esotiche
impegnate in un frenetico gamelan), le piece elettroniche di You Won’t To Catch (per synth e voci
trovate) e It’s Raining Bombs (per voci disturbanti e glitch cosmici che esplodono all’improvviso in
un doom metal a ritmo panzer), i segnali radio spaziali di Connect (che si concludono con una
selvaggia danza tribale) e il languido acquerello finale di Like A Babby On A Sleigh che mescola
abilmente glitch e musica pianistica condensando così il romanticismo di Schumann e Beethoven
con l’impressionismo musicale di Debussy. Ferri è un michelangiolesco architetto del suono capace
di erigere nel caos universale miraggi abbaglianti, di distillare estasi dal magma, di elaborare una
musica documentario che sale lentamente per dolci sussulti e si spezza in scoppi improvvisi che
trasudano ansia e paura davanti all’ignoto e all’infinito. Non c’è un vero e proprio progetto nel
flusso sonoro di Altered Reality: il suono e la personale esperienza dell’ascoltatore attraverso la
percezione che quest’ultimo fa attraverso l’ascolto in cuffia sono il progetto.

di Alfredo Cristallo

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