GERARDO ATTANASIO Terraferma

Gerardo Attanasio è un cantautore e polistrumentista napoletano (dove è nato nel 1983) ed è uno
dei segreti meglio custoditi del cantautorato italiano. Ha cominciato a suonare e a comporre
canzoni in diverse band napoletane fin da quando era adolescente.

Da solista ha autoprodotto due demo (Partenze & Ritorni e In Due Ore)fra il 2004 e il 2006. Si diploma come paroliere al CET di Mogol e vince svariati premi come compositore (fra cui il prestigioso Targa SIAE Al Premio Pigro nel 2008)per approdare al primo LP Vivere Lento (2009). Da qui parte la sua esplorazione della musica d’autore sperimentando la possibilità di sposarla a sonorità rock. Si laurea in Letteratura a
Napoli con una tesi di filologia sul mondo classico nelle canzoni di Fabrizio De Andrè. Si dedica successivamente alla produzione musicale curando la sonorizzazione di spot e documentari per la
CGIL. Produce diverse piccole band dell’area napoletana, e nel frattempo si diploma come tecnico
del suono presso Spazio musica, EDEXCELL e lavora come musicista di scena per la Compagnia di
Teatro CAT di Castellamare di Stabia , per cui idea anche una rassegna mensile dedicata alla
canzone d’autore chiamata Folkstudio Reloaded, divenendone anche il direttore artistico. Nel 2014
produce il suo secondo disco I Canti Dell’Ontano in cui spinge il suo stile cantautorale verso
territori ancora più sperimentali ottenendo diversi riconoscimenti da parte della stampa
specializzata. Collabora come paroliere allo Zecchino D’Oro nel 2013 e nel 2015 e vince il premio
Lunezia “Musicare I Poeti” del 2015 per la canzone Amor Perdona scritta su un testo dantesco. Nel
2018 pubblica il singolo Canzone Per Giulio/Kumbaya My Love dedicata ai diritti umani con i quali è
finalista al premio Pierangelo Bertoli. Nello stesso anno gira la Grecia alla ricerca di nuove sonorità
per la produzione e la compilazione del suo nuovo album, intitolato Terraferma, che esce il 15
giugno 2019 per la Blue Bell Production.

Con la regia artistica di Fabio Rizzo, il nuovo album è unesempio di cantautorato umile con sonorità mediterranee e strumentazione tradizionale: Attanassio vi suona diversi tipi di chitarra (acustica, classica elettrica, battente, dobro, mandolino,bouzouki, salterio) insieme al piano e al synth. Per quanto legata a sceneggiature intime e dimessee a sfumature esotiche debitrici della tradizione popolare mediterranea, meridionale enapoletana, il sound di Attanasio ha il merito di sembrare originale senza essere rivoluzionario. Lasua è una musica da bardo, pensosa e meditativa che la sofisticata capacità d’arrangiamento di
Attanasio trasforma in vignette concettuali, lambiccate e barocche lambendo tanto la world music,
quanto il jazz d’autore (il trovadorado militante di Il Giorno Dopo Lunedì) e il pop progressivo. Il
nucleo centrale della sua musica rimane tuttavia la musica popolare e folk meglio ancora se
rinascimentale o medievale come testimoniano la title track iniziale e la finale Nonna Nonnarella,
brani solari e nostalgici intrisi di esotismo napoletano o il fiabesco folk con inflessioni morriconiane
di Il Silenzio Delle Sirene. In questo campo Attanasio raggiunge vette di classicismo formali con i
madrigali elegiaci di La Luce Nel Pozzo, 12 Tarì e Abu Tarbela (arricchita da echi mediorientali) che
potrebbero provenire dai primi dischi di Branduardi (non a caso un altro filologo musicale). Queste
composizioni come quelle più elettriche (l’ode marziale di Ovest, l’amthem vibrante e
appassionato di Il Boliniere) definiscono la capacità di Attanasio nel trasformare un semplice
ritornello in un centro emotivo attraverso una sublime padronanza dell’arte di maneggiare
tecniche e costrutti melodici attorno ad un filone centrale che è essenzialmente mistico, bucolico e
umilmente francescano. Collaborano all’opera il già citato Guido Rizzo (chitarra battente, acustica,elettrica, dobro, mandolino, guitalele), Fulvio Di Nocera (basso), Dario Viesti (batteria), Pasquale
Benincasa (percussioni, vibrafono), e vari altri ospiti impiegati solo in uno specifico pezzo.

di Alfredo Cristallo

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