CAVEAU: IN

Caveau-In

I Caveau sono un gruppo pesarese, attivo fin dal 2013, che non ha paura di riesumare nel loro primo album IN (Novembre2014) i fasti della darkwave della metà degli anni Ottanta.

Loro sono un quartetto: Tiziano Casabianca (chitarra), Massimiliano Cerri (basso), Donatella Clizia (voce)e Nazzareno Ferri (batteria)Come prevede la teoria in merito la loro musica è nello stesso tempo minacciosa, malinconica, esistenziale, con punte di melodramma e atmosfere da tenebra horror. Anche strumentalmente il gruppo abbraccia il genere almeno per quanto riguarda la sezione riguarda la sezione ritmica (batteria tribale e basso acuto) mentre la chitarra accanto alle consuete frasi taglienti si concede frequenti virate verso la psichedelia più morbida e incantata o indulge in sovratoni epici. Discorso a parte per la voce di Donatella che varia fra il tono suadente e il registro straziato da collasso psichico in linea peraltro con le liriche che scavano nelle emozioni più interiori(amore, morte, disperazione, timore e terrore). Il discorso sottinteso è che tali emozioni non siano diverse da quelle provate dall’uomo migliaia di anni fa.

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L’investimento sul fantastico, sull’ultraterreno (o meglio sul sotterraneo) è in pratica un rifiuto della realtà quotidiana o meglio della banalità della vita quotidiana e nello stesso tempo una morbosa analisi dei sentimenti più oscuri della natura umana: ossessione, irrazionalità, stati mentali alterati. Da un punto di vista musicale i Caveau rastrellano suggestioni dai grandi gruppi inglesi del genere sia pure con una predilezione per le sculture barocche (tipiche dei Breathless, misconosciuto ma fondamentale gruppo della 4AD) elegantemente decorate come in Anti-Gone con scampanelli di chitarra, nei ritmi tribali di Bicchieri Rotti (il pezzo scelto come singolo e videoclip), nei picchi drammatici sovrapposti a temi pop di Entra e Non Ho Sete. Non può mancare ovviamente l’omaggio ai grandi del dark italiano con A.D. e Nebbia con citazioni del romanticismo decadente dei Diaframma e il dark-boogie di Fuggi Dall’Incubo Giallo che ricorda certe cose dei primi Litfiba. Per il resto Revolution è un dark che sfoggia il tono enfatico dei Siouxsie And The Banshees e Luci Da Fermo chiude degnamente l’opera con un requiem degno dei Cure d’annata. Buon album, ben suonato, con alcune cose da registrare; Donatella Clizia ruba la scena con la sua voce dal tono esistenzialista e brechtiano degna erede di Bettina Koster l’indimenticabile voce delle Malaria !. Produce l’Alka Records.

di Alfredo Cristallo

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