Metarock 2014: Attenzion, concentrazion, ritmo e … Bandabardò

Se si volessero descrivere i concerti della Bandabardò basterebbe citare la frase tratta dalla rivista musicale Ondarock che la banda ha scelto come introduzione al loro sito ufficiale:

«ogni concerto è una festa, tutti a ballare, a cantare a squarcia gola e a volersi un gran bene».

Ospiti al Metarock 2014 di Pisa, il gruppo fiorentino ha saputo intrattenere i loro fan, per tutta la durata del concerto. Il quale si può definire un “concerto-festa” poiché la sera di sabato 6 settembre è stata a una sagra del popolo rock. Non si tratta tanto dell’allestimento dentro al parco de La cittadella, ricco di stand venditori di cibo, bevande e altri materiali che esulano dalla musica, ma piuttosto dell’animazione che è partita dal palco per estendersi su tutta la folla: un’energia che il demagogo del rock, Erriquez- Enrico Greppi, contiene naturalmente dentro di se, e dona ai suoi fan attraverso la voce, accompagnato delle chitarre un po’ folk, un po’ blues e reggae di Finaz Alessandro Finazzo e OrlaAndrea Oralndini.

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Accolti da un boato, i suonatori rock alla mille duecentesima data live, si presentano al pubblico travestiti con costumi pirateschi, e attaccano con uno dei loro successi storici Sempre allegri, tratto dall’album Tre passi avanti (2004); subito la folla si riscalda e file di ragazzi in jeans e maglietta iniziano a saltellare cantando più o meno tutte le parole del testo. La scaletta prosegue con un altro grande successo datato 1998, Beppeanna, dall’album Se mi rilasso collasso (2001), proposta in una versione più svelta e ritmata rispetto a quella del singolo. La scaletta è varia e ospita anche canzoni tranquille, ed Eriquez si diverte a dedicare triadi di singoli al pubblico femminile e altrettanti al pubblico maschile. E così, tra le canzoni dedicate alle signore spicca La vestizione, decima traccia di L’improbabile (2014) ultimo disco della band, mentre tra le dediche agli uomini non manca Mojito FC (2008).

Tra ritmi reggae, chitarre blues e balletti del frontman, la Bandabardò suona canzoni che raccontano il mondo di oggi, senza retorica e senza attacchi diretti; lo fanno attraverso storie che giocano con le parole e i doppi sensi che alludono naturalmente a situazioni politico-sociali, e ai rapporti interpersonali. Pezzi che inducono nell’ascoltatore quella voglia di ribellarsi pacificamente senza rivolte violente, che ricordano situazioni che si vivono ogni giorno ma che si dimenticano appena si ha la possibilità di starsene tranquilli nei propri piccoli spazi.

Che la banda odia l’ipocrisia si vede anche dalla loro idiosincrasia per i bis, tanto che Erriquez e Co preferiscono non lasciare il palco, evitare la sosta ristoratrice, e condividere bottigliette d’acqua direttamente con il pubblico accaldato. Per riprendere lo spettacolo e tenere la folla in “attenzion, concentrazion, ritmo e vitalità”, si presentano sul palco un simpatico gruppo di giocolieri forse criticabili ai più severi estimatori dei concerti live, ma apprezzabili da chi comprende lo spirito scenico e teatrale dei musicisti fiorentini, che hanno alle spalle l’album Sette X uno (2010) dove i featuring sono Dario Fo, Ascanio Celestini, David Riondino, Davide Enia, e Giobbe Covatta collaboratore del testo di Sette sono i re riproposta al Metarock 2014.

A far saltare la folla in chiusura, una canzone che denota il carattere impegnato della musica della Bandabardò Manifesto (2001), canzone metafora delle lotte per i diritti dell’individuo, per l’identità, per la tutela dei lavoratori, e del diverso.

Sarà, ma sembrava che la banda non volesse lasciare il suo pubblico, tanto che dopo la sosta on stage (anti bis) si sono potuti contare altri quattro pezzi. E se avessero continuato tutta la notte? Il parco pisano de La Cittadella sarebbe stato la culla di molti giovani fan!

di Valentina Solinas

 

 

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