WE LOVE SURF: UP AND RIDING

We Love Surf è il side project di Andrea Marcori cantante e chitarrista del gruppo di rock

sperimentale Kobayashi. Qui tuttavia non c’è niente di sperimentale. Il progetto è infatti partito

dopo un viaggio di Marcora alle Canarie nel Settembre 2009. Da lì nel paradiso dei surfisti Marcori

porta via una manciata di canzoni che celebrano la sua passione per il surf e il valore dell’amicizia,

il più tipico valore dei surfisti (avete mai visto Un mercoledì da leoni ?). Affiancato da Luca Silvestri

(basso), Flavio Andreani (batteria) e Olga Costa (sax e tastiere), nell’autunno 2010 viene registrato

fra Carrara e Pisa il primo EP Holyday che esce nel maggio 2011. La freschezza e la simpatia dell’EP

vengono premiati non solo nella successiva stagione live del gruppo ma anche al Bearpro

longboard world title (cioè il mondiale di surf) di Levanto del novembre 2011: infatti il brano

Always On The Run ha accompagnato il video di presentazione della manifestazione mentre

l’intero EP ha fatto da colonna sonora al report del primo giorno di gare. Inoltre il gruppo ha

partecipato con un doppio set live al concerto abbinato alla manifestazione coinvolgendo anche

pro surfers (surfisti e cantanti) internazionali tra cui il brasiliano Andrè Derizans. Nel marzo 2012

anticipato dal videoclip di Turn Off The Television con la partecipazione dei migliori surfisti italiani

del momento in azione esce il 1° LP vero e proprio Go !. Dopo un inverno di concerti e apparizioni

a manifestazioni sportive e surf shop, Marcori entra con una nuova manciata di brani in sala di

registrazione insieme ai fidi Sivestri, Andreani a cui si aggiunge la sezione fiati di Andrea Paganetto

e Roberto “Kong” Deste e Edoardo Magoni al mix. Finanziato attraverso l’uso del crowfunding, il

nuovo disco vede la luce nel marzo 2014 (produzione della Curaro Dischi e promozione della

pisana Promorama). Up And Riding con le sue spensierate storie di surf è un album pimpante in cui

al sottofondo musicale garage e surf music si sovrappone un pop-rock che è declinato in svariate

forme ognuna e usato per sottolineare o descrivere gli aspetti tipici della surf culture e pesca in

tutti gli stereotipi tecnici del genere (coretti, uso dell’ukulele, inserti fiatistici). In pratica l’album

ondeggia (mai termine fu più appropriato) fra miniature surf psichedeliche (Uncle Kong con

intercalare rap), reggae alla Men At Work (Henry The Man), surf-ska (Time To Be più esuberante,

Do You più minimale), surf-pop alla XTC che si muovono come eccentriche moviole Sixties (Still

Running, In The Sun), lo-fi pop (Wild Boys) e rave-up garage (A Pretty Girl); e se l’album si apre con

l’anti-pop lambiccato alla Magnetic Fields di Days At The Shore di sicuro non può che chiudersi col

surf alla Beach Boys di Summer che più classico non si può. Quello che di certo non manca è lo stile

diretto e l’onnipresente ritmo da piper. Aspettando l’estate che torna.