/HANDLOGIC /Handlogic EP

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Il progetto /Handlogic nasce a Firenze nel 2016. Si tratta di un trio di ventenni che hanno inventato uno stile musicale che sovrappone ai loro stili preferiti (soul, rhythm’n’blues, nu jazz e alt-pop britannico) strati e strati di elettronica fino ad ottenere una curiosa miscela che li fa assomigliare a dei Prefab Sprout più tecnologizzati.

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Il trio è formato da Lorenzo Pellegrini, che è la mente del gruppo e autore dei brani a cui si affiancano Leonard Blanche e Vieri Cervelli Montel. I tre si alternano alle chitarre, tastiere e computer programming mentre al canto c’è Pellegrini come prima voce e Cervelli Montel al controcanto. Il loro primo lavoro è un EP omonimo che riunisce 4 pezzi di cui uno già uscito in anteprima. La musica della band si concretizza in linee glaciali di elettronica che levigano o estraniano le parti che invece fluiscono normalmente somigliando di volta in volta a un qualunque brano per crooner anni ’50 o a una delle armonie vocali che resero celebri nei primi anni ’60 i Beach Boys o i Mamas And Papas.

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Di fatto come ammettono gli stessi membri del gruppo ogni brano viene concepito partendo dalle parti vocali e rivestendole con la fredda cerebralità di linee d’elettronica che si muovono sia a livello dicotomico che a livello armonico alla perenne ricerca di un giusto equilibrio tra minimalismo e complessità.

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Sia pure in soli 4 pezzi, tuttavia si intravvede in questo caleidoscopio di armonie (volutamente rese) irregolari e oblique un progetto articolato che fa della babele delle melodie e dei ritmi il proprio modus operandi. Le canzoni si reggono su tre elementi principali. Primo: le melodie romantiche, suadenti, tenere. Secondo: la strumentazione che si avvale ovviamente dei synth e delle chitarre (per lo più trattate) ma anche di percussioni e di fiati). Terzo, infine la disposizione degli strati di elettronica, degli scatti digitali e dei ritmi fratturati. Il risultato sono canzoni formalmente pop che vengono scalzate a poco apoco dalle loro fondamenta simicamente fragili.

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Questo tipo di procedimento è molto lineare e visibile nei primi due brani Earplugs (un crooning anni’50 che incorpora echi di Simon e Garfunkel su un tappeto elettronico tanto glaciale quanto neutro) e Mindlogs (un brit-pop classico fra Prefab Sprout e Elbow, mixato con un armonia vocale inequivocabilmente gospel e ulteriormente devastato da strati di break beat, handclapping e accordi jazz di chitarra). Più romanticheggiante è invece Oroboro che sembra una sofferta confessione della voce solista che vaga solitaria su atmosfere sintetiche congelate e su un gamelan di bacchette e xilofono. La più articolata del mazzo è Arles (che non a caso era il singolo apripista), un gospel funereo che si evolve in un pop degradato e decostruito dai cambi dispari della drum machine èer concludersi con un finale da jazz combo anni ’40 per soli ottoni. Gli /Handlogic hanno architettato un album al confine tra futuro e passato che risulta però più convincente di tanti album che hanno tentato una via fra avanguardia e pop (Bjork e Depeche Mode ad es.). L’EP è uscito il 6 Dicembre ed è stato mixato da Samuele Cangi e masterizzato da Tommy Bianchi. La distribuzione è stata affidata a La Cupula Music. L’artwork è stato concepito e portato a termine dagli stessi membri della band.

di Alfredo Cristallo

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