INTERVISTA a Gigi Cavalli Cocchi, direttore artistico del Gong Festival 2013

  1. Il 12 e 13 luglio il Gong Festival toccherà la settima edizione, quest’anno però con qualche differenza: vuoi presentarci l’edizione 2013 della rassegna?

 mangala vallis_official

Il festival di quest’anno approda per la prima volta a Bologna grazie alla collaborazione con il circolo Serena 80 e We Love Vintage, e nasce con il desiderio di dare continuità ad una mia idea nata ormai molti anni fa. Nel tempo dopo Reggio Emilia, il Gong è passato da Carpineti (RE) e per tre edizioni a Parma, ora approda nel capoluogo. In un momento di grave difficoltà economica come questo, il fatto di poter organizzare ancora una volta una rassegna del genere va considerato un evento prezioso, se si tiene conto che non possiamo contare su nessun contributo pubblico.

In qualche modo l’edizione di quest’anno è un ritorno alle origini, quando il festival era nato per dare visibilità agli artisti italiani, e ricorda per certi aspetti quello che era negli anni ‘70 il Charisma Festival, che raccoglieva sullo stesso palco gli artisti di quell’etichetta. Il Gong 2013 ha un po’ questo sapore, essendo cinque band legate in alla label Ma.Ra.Cash.

  1. Il Gong è una delle roccaforti italiane ed europee di progressive rock contemporaneo: qual è la filosofia che ispira le vostre scelte artistiche?

Mi sono avvicinato alla mestiere di musicista grazie a quel Charisma Festival, che passò dalla mia città il 20 gennaio 1973: è indubbio che, nonostante nella mia carriera abbia suonato diversi generi musicali, il progressive rock sia parte fondamentale del mio DNA. Sono un grande appassionato ma non un nostalgico, mi piace pensare al genere e a quel termine nella sua incarnazione più ampia. Un vero e proprio modo di pensare.

Se ci pensi spesso invece oggi è vissuto con uno spirito corporativo e “chiuso” che niente ha a che fare con la sua vera essenza. Pensare prog dovrebbe essere il manifesto di una totale apertura mentale, perché questo universo è nato per abbattere i confini tra un genere e l’altro e per me ha rappresentato un modello da estendere al mio quotidiano: un vero e proprio stile di vita.

altare thotemico

Per tornare al festival, che ho volutamente chiamato “Rock in progress” per testimoniare la filosofia che lo anima, la mia idea era quella di proporre quella “dark side” della musica indubbiamente molto underground, che partendo dall’amore per il rock progressivo, continuava in questi tempi moderni di musica commerciale e di “Amicieicsfactor” a muoversi in quel territorio creativo, vissuto con lo spirito dei nostri tempi. Il Gong di quest’anno ne è l’ennesima dimostrazione, fatta eccezione per alcuni veterani: l’età media dei musicisti presenti è molto bassa e questo mi fa ben sperare per il futuro. Per concludere, basta dare un occhiata a chi è passato sul nostro palcoscenico per rendersi conto quale moto spinge il nostro modus operandi.

  1. Gli ultimi anni stanno scorrendo all’insegna della “crisi” economica, che ovviamente ha condizionato molto anche il settore dei festival. Il Gong prosegue ed è gratuito: qual è il segreto per poter allestire una rassegna come la vostra?

Nelle passate edizioni, potendo contare sul contributo del comune di Parma – che non smetterò mai di ringraziare – nella figura dell’assessore Lorenzo Lasagna, grande appassionato di musica (ce ne fossero di più nella politica), ci eravamo potuti permettere “il lusso” di invitare artisti stranieri del calibro di Anekdoten, The Pineapple Thief, David Rhodes, Lazuli, Tangent e tanti altri, insieme a nomi del panorama nazionale, e questo resta l’obiettivo per il futuro, ma proprio a causa dei noti problemi, la situazione è molto cambiata e non è facile raccogliere le risorse per realizzare una manifestazione come questa.

Senza il contributo degli amici di Serena 80 e l’impegno di Gianni Venturi (We love vintage/AltareThotemico) sarebbe stato impossibile fare il festival, soprattutto gratuitamente. Mi piacerebbe pensare a questa edizione come a un punto di ripartenza per continuare ad offrire musica di qualità a chi ne sente il bisogno, in un’era di sfacelo non solo economico ma soprattutto culturale.

 MASTER EXPERIENCE

  1. Una tua breve presentazione dei gruppi partecipanti:

Mangala Vallis:

Mangala Vallis nasce come mio bisogno di dare forma al mio amore per il progressive rock verso la fine degli anni ‘90, mentre lavoravo ancora con i CSI. Insieme a Mirco Consolini ed Enzo Cattini abbiamo dato vita al nostro sogno. In questi anni grazie a tre album e a numerosi concerti,il marchio MV si è fatto conoscere in tutto il mondo suonando anche in diversi festival internazionali. Fanno parte della band Niky Milazzo (chitarra) e Roberto Tiranti (ex New Trolls) alla voce e al basso. È stato frontman per molto tempo il mitico Bernardo Lanzetti (ex PFM e Acqua Fragile) che per questa occasione sarà sul palco col gruppo. Sono tra le band più importanti del new prog.

Master Experience:

Vengono da Reggio Emilia e li ho visti crescere. Per me è una soddisfazione averli in questa edizione. Nel 2004 erano tra le band del primo Gong Festival e stavano scrivendo i brani per il loro primo album, che è venuto alla luce solo l’anno scorso. Sono una ottima sintesi di suono prog e nuove sonorità, con una spruzzatina di heavy.

Kerymatic Project:

Gruppo di Stresa che debutta proprio in questi giorni con l’album GreekStars Gallery, è una new entry della Ma.Ra.Cash. Il loro album è interessantissimo e porta avanti con grande classe quello che oggi viene chiamato “new prog”. Un’occasione imperdibile per vederli in azione.

Silver Key:

Anche loro all’album di debutto uscito a novembre 2012, i Silver Key con In the Land of Dreams esprimono una perfetta sintesi tra sonorità classiche e nuova visione del prog. Accolto con entusiasmo dalla stampa internazionale, il gruppo presenterà dal vivo l’intera loro release.

Accordo dei Contrari:

Parlare di eredità può risultare difficile e ingombrante, ma se c’è un gruppo che ha raccolto il testimone di un gusto preciso di fare musica sono proprio gli Accordo dei Contrari, e il nome di riferimento è quello degli Area, ma non si pensi ad un trip semplicemente nostalgico… Anche qui ancora una volta occorre comprendere: trattasi di tratti caratteriali affini, ma sviluppati con un gusto attuale ed un suono affascinante e personale.

Altare Thotemico:

Creatura del cantante/poeta Gianni Venturi, arrivano al loro secondo album esprimendo al meglio il senso di contaminazione tra jazz e rock. Il loro Art rock fatto di grande tecnica strumentale è un vero e proprio laboratorio dove la parola cerca una forma nuova e un nuovo territorio di espressione. Poesia e musica in un melange originalissimo.

Qube:

Avranno il compito di aprire il festival e rappresentano un po’ la memoria storica del progressive rock. Presenteranno una scaletta di grandi classici del genere.

Bene non resta che partecipare all’evento!

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