La statua di sale, più che mai Vidal

Dal 31 luglio, non si è fatto che parlare di Gore Vidal, di quanto abbia fatto la storia dell’omosessualità in letteratura con La statua di sale, e di quanto siano stati grandi gli scandali che ne seguirono la pubblicazione. Presa da gran curiosità, ho deciso di leggerlo, e ve lo racconto.


Trama: Jim Willard e Bob Ford, amici del liceo, belli e atletici, hanno un breve incontro sessuale in una capanna abbandonata. Questo incontro non ha lo stesso valore per entrambi: Bob parte poco dopo per la Marina, intenzionato a vedere il mondo, senza rendere noti i suoi spostamenti al compagno; Jim parte invece l’anno successivo, dopo il diploma, intenzionato a trovare quello che considera un gemello, e l’unico suo desiderio della vita. I due, per mare, non si rivedranno mai. Perse le tracce di Bob, Jim si imbarca su diverse navi, e conosce moltissime persone. Come ogni giovane uomo omosessuale del tempo (anni Trenta e Quaranta), ha moltissime avventure “segrete”, la maggior parte delle quali insignificanti. La sua identità più intima è celata, poi scoperta, poi rinnegata, insomma in costante mutamento fino al raggiungimento della maturità, i 25 anni circa, e al suo ritorno a casa. Con un bagaglio di esperienze vastissimo (la relazione duratura col divo di Hollywood, il peregrinare con lo scrittore Sullivan, l’infatuazione per Maria, l’arruolamento in esercito per la guerra, la vita a New York come maestro di tennis), Jim rivede finalmente Bob, giramondo a sua volta, ma sposato e con una figlia piccola. Jim, però, non si arrende, e si presenta a cena dalla famiglia Ford col proposito di intraprendere una relazione segreta col vecchio compagno, che, almeno a parole, pare piuttosto condiscendente. Poi, durante un viaggio, le cose si metteranno in maniera diversa…

Forse non sapevate che: questo è il terzo romanzo di Gore Vidal, dopo Williwaw e In a Yellow Wood. Vidal, allora, era indirizzato alla carriera politica dal nonno. La statua di sale venne pubblicato nel 1948; in seguito, venne confiscato ad uomo appena messo piede all’aeroporto di Sidney, per oscenità.Vidal lo inviò a Mann e a Isherwood, in cerca dei consensi di qualche grande scrittore; il secondo rispose in modo entusiastico, mentre su Mann ebbe un effetto profondo, ma emerso solo nelle sue memorie. Nel 1993, alla State University di New York, vennero lette circa 12 tesi sul libro.Vidal cambiò il finale originale del libro, comunque punitivo nei confronti di Jim, perché aveva guardato troppo al passato; nella prima versione, egli strangolava Bob dopo un incontro sessuale non soddisfacente. Il titolo è tratto da un passo della Genesi: “Ora la moglie di Lot guardò indietro e divenne una statua di sale”; l’ammonimento verso il comportamento del protagonista, cristallizzato agli anni dell’adolescenza, è evidente.

Le mie idee sul libro: un testo come questo merita davvero di essere letto. Parte piano, in sordina, e risulta magari anche un po’ noioso, ma poi decolla. Nelle parti centrali, le mie preferite, è splendente, fa sentire con poche frasi la bellezza dei luoghi selvaggi dell’America Centrale, cattura il lettore nei viaggi senza meta del protagonista. Il sotto-testo dell’identità (perché l’omosessualità è IL tema) piano piano prende corpo, così riusciamo a seguire anche i processi mentali di Jim, le sue scoperte, la sua lentissima accettazione, che prosegue anche dove finisce il libro, e che dà l’impressione di essere lunga e dolorosa. Gli anni Quaranta, certamente, erano diversi dai nostri, e non era concepibile un ragazzo gay bello e atletico, ossia “normale”: gli omosessuali erano per forza effeminati all’ennesima potenza, oppure marchette, vecchi travestiti, ragazzini imberbi e ambigui… Questo è un libro contro simili stereotipi, ma è triste constatare che, dopo tutto questo tempo, la gran parte di essi è sopravvissuta.

 
[…]«E qual è il solito percorso?».Sullivan era disteso sul letto, con gli occhi rivolti al soffitto. «Comincia a scuola. Sei solo un po’ diverso dagli altri. A volte sei timido e un po’ fragile; o forse troppo precoce, troppo bello, un atleta, innamorato di te stesso. Allora cominci a fare dei sogni erotici con un altro ragazzo – come te – lo conosci e cerchi di diventare suo amico, e se lui è abbastanza ambivalente e tu abbastanza aggressivo passerete momenti meravigliosi sperimentando insieme. È così che comincia. Poi incontri un altro ragazzo, un altro ancora, e crescendo, se hai una natura dominante, diventi un cacciatore. Se sei passivo, diventi una moglie. Se sei smaccatamente effeminato, puoi unirti a un gruppo di altri come te e accetti di essere marchiato e riconosciuto. Ci sono una dozzina di tipi e molti esempi diversi, ma l’inizio è quasi sempre lo stesso: che non sei come gli altri».«Io sono un tipo piuttosto comune», disse Jim, quasi convinto di quello che diceva.«Davvero? Forse. Comunque, hai cominciato tardi e non credo che te ne importi molto. Non credo che tu potrai mai amare un uomo. Quindi spero che tu possa trovare la donna giusta». Sullivan si arrestò. Jim non rispose. Non aveva raccontato a Sullivan di Bob…

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