LA BRISCOLA BUGIARDA: STUDIO & LIVE

Non c’è dubbio che nel panorama musicale italiano indie, Luca Russo, virtuoso degli strumenti elettrici che costruisce e assembla, sia uno dei personaggi emergenti da seguire con più attenzione. Il frontman dell’ensemble “La Briscola Bugiarda”, nome evocativo e un po’ irriverente – proprio come spesso è la loro musica – ha appena rilasciato “Ultima Frontiera”, un album che conferma la loro capacità di fondere narrazione poetica e sonorità ricercate – in un percorso di maturazione artistica di un progetto in continua trasformazione – che ha incluso l’uscita di vari singoli e videoclip, tra cui “Navigatore Galattico”.

La Briscola Bugiarda nasce artisticamente nel 2018 alla Spezia, dalla collaborazione tra l’ex “The Liar Trump” Luca Russo (voce e chitarra), Giulia Bedini (basso) e Giacomo Lomasti (batteria e synth). Con Ultima Frontiera, La Briscola Bugiarda presenta un concept album visionario che unisce narrazione sci-fi e ricerca sonora, il racconto di un viaggio cosmico tra distopie terrestri e incontri alieni. Il disco si compone di dieci tracce accompagnate da tavole illustrate in stile fumetto che arricchiscono l’immaginario narrativo e testuale con richiami visivi alla fantascienza rétro anni ‘50 e ‘60.

Si narra la storia di un uomo che lascia la Terra per trovare rifugio su un pianeta sconosciuto, dove incontra una nuova civiltà e l’amore, scegliendo infine di restare in questo ‘Eden’ lontano. Attraverso queste suggestioni visive e sonore, l’album costruisce un universo narrativo sospeso tra scenari post-apocalittici e tensioni utopiche. Già dal brano d’apertura, “Ultima Frontiera” – vero manifesto tematico dell’opera – si delinea il contrasto tra un mondo terrestre in rovina e la proiezione salvifica verso l’ignoto cosmico.

La struttura narrativa attraversa dieci tracce coese, con testi che si fondono armoniosamente grazie a un mix maturo di stoner, space rock e psichedelia. Il sound, rispetto alle prime produzioni garage-punk del trio ligure, si fa più stratificato e atmosferico, con arrangiamenti articolati e un uso più consapevole della dinamica e dello spazio sonoro. La band integra influenze che spaziano dal desert rock degli Yawning Man al progressive italiano, passando per le distorsioni sabbathiane e l’introspezione melodica battistiana. L’adozione della lingua italiana nei testi rafforza l’identità del progetto che si distingue per coerenza tematica e produzione curata, segnando un’evoluzione significativa rispetto all’approccio più grezzo e diretto del periodo Liar Trump o dal beat lisergico di “Una casa” (2020). Un progetto in cui l’identità psichedelica si rinnova senza perdersi.

La capacità di raccontare storie in modo vivido e con un linguaggio diretto è una delle qualità che li rende unici nel panorama musicale italiano. L’album si distingue per una scrittura densa, arrangiamenti che alternano tensione e lirismo, in un equilibrio perfetto tra energia elettrica e raffinatezza timbrica.

Già al primo ascolto, si percepisce subito una maturazione nel suono della band, pur mantenendo quel loro marchio di fabbrica fatto di rock energico con testi in italiano spesso intrisi di ironia e osservazione sociale. I testi – da sempre una componente distintiva del progetto La Briscola Bugiarda – si confermano fulcro espressivo dell’album. Caratterizzati da una scrittura lucida e mai scontata, affrontano una tematica ostica interrogando le tensioni e le incoerenze del presente. Il tono, talvolta ironico, mantiene una distanza critica senza mai cadere nel disincanto sterile. Attraverso un uso consapevole della lingua italiana l’album fonde introspezione individuale e critica socio-esistenziale; coniuga introspezione lirica e versatilità sonora, rock diretto e soluzioni più sperimentali, alternando brani più ‘tirati’ a composizioni più atmosferiche e dilatate.

La produzione risulta bilanciata: il mix valorizza la profondità del suono, mantenendo intelligibilità nei dettagli acustici e presenza nelle componenti elettriche. La sezione ritmica è coesa e dinamica, le chitarre modulano tra registri heavy e passaggi più atmosferici, mentre la voce di Luca Russo, timbricamente distintiva, agisce come fulcro narrativo. La band conferma una spiccata sensibilità drammaturgica, con una resa quasi cinematografica dei brani che rimanda alla teatralità post-punk dei CCCP, pur mantenendo una forte identità originale. Un lavoro che riflette una maturità compositiva notevole, capace di coniugare coerenza estetica e apertura sperimentale.

Se dovessi individuare alcuni brani rappresentativi, potrei citare la title-track, traccia di apertura, un brano epico che con la sua energia contagiosa e un bridge morriconiano funge da manifesto sonoro dell’album. Ci sono poi sicuramente quelle canzoni con ritornelli che si stampano in testa al primo ascolto (la solenne “Navigatore galattico”, con un riff quasi sinfonico) e quelle che, con un arrangiamento più ricercato, rivelano la loro profondità ad ogni nuovo ascolto (“Tempo al tempo”, “Impatto al suolo”, Fiori d’arancio”). “Morfeo”, trip malinconico onirico e lisergico con un ritmo tribale e un riff proto-rap, dove la voce graffiante del cantante si fonde con archi e melodie tradizionali, la tensione espressiva di “Falsi dei”, struggente ballata che, secondo chi scrive, non sfigurerebbe nemmeno in un contesto internazionale. In “Nuvole tra noi”, il gruppo sfoggia echi di un prog rock più aggressivo che ricorda “Neve calda” del Balletto di Bronzo.

Qualche passaggio può risultare prevedibile nel climax emotivo, e non tutte le tracce mantengono lo stesso livello di originalità. Tuttavia, la coerenza stilistica premia l’ascolto completo. Ultima Frontiera conferma La Briscola Bugiarda come una delle realtà più interessanti della scena indie nazionale.

Voto: 08/10

In sintesi, Ultima frontiera è un album che conferma la crescita artistica de La Briscola Bugiarda. Si rivela un album maturo, perfetto per chi cerca rock italiano con profondità e identità; sa essere potente e riflessivo allo stesso tempo, con testi che fanno riflettere e un suono che coinvolge. Pur non stravolgendo la loro formula, la band dimostra di saper evolvere, offrendo un lavoro che saprà sicuramente attrarre nuovi ascoltatori amanti del rock italiano di qualità. È un album consigliato per chi ama stoner e psichedelia e cerca un rock con contenuti, suonato con passione e con un pizzico di quella sana irriverenza che da sempre contraddistingue La Briscola Bugiarda.

Recensione del Concerto: La Briscola Bugiarda                                   

Un Viaggio tra Rock e Poesia

Venerdì 11 aprile 2025 – Circolo dei Baccanali, Carrara

Carrara, con le sue montagne di marmo che brillano al chiaro di luna, è stata la cornice perfetta per il ritorno live de La Briscola Bugiarda che ha mescolato suggestioni rock e narrative. Il Circolo dei Baccanali, gremita di un pubblico eterogeneo, ha accolto la band come un vecchio amico.

L’Apertura: Atmosfere da Taverna Rock

Il concerto è partito con “Ultima frontiera”, tra melodie ipnotiche e ritmiche tamburellanti, mentre le luci calde avvolgevano il palco. La voce graffiante del frontman, carica di pathos, ha subito conquistato il pubblico. L’energia è cresciuta con gli stacchi di “Navigatore galattico”.

Il Cuore del Live: Epica e Distorsioni

La svolta elettrica è arrivata con “Morfeo” e “Falsi dei” , un pugno nello stomaco con riff sporchi e una batteria tribale. La band ha mostrato una chimica perfetta, soprattutto nel dialogo tra la chitarra e il basso di Giulia Bedini.

Momenti Magici e Citazioni

– “Radio bx”: Una ballata espressiva e intima, in parte cantata quasi in falsetto.

– Cover di “Stare solo” (Gli Spettri): Omaggio emozionante, riarrangiato in chiave dark-beat.

Criticità (minime)

Qualche problema tecnico, ma la band ha reagito con ironia e tutto è stato risolto per il climax.

Giudizio Finale: 9/10

Perfetto per: Chi ama il prog e il beat con un tocco di ‘Mick Harvey’, le storie di fantascienza e i live che sono riti collettivi.

WALTER TASSAU

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