FRANCESCO DI BELLA O’ Diavolo

Francesco Di Bella è un cantautore napoletano (nato nel 1972), ex-frontman dei 24 Grana uno dei migliori gruppi indie italiani degli anni Novanta, noti per il loro mix di cantautorato, reggae, dub ed elettronica. Di Bella aveva già iniziato a suonare negli anni Ottanta, ma il vero salto nella notorietà arrivò nel 1994 quando si unì ai 24 Grana (voce e chitarra). Nel 1996 il gruppo firmò per la label La Canzonetta e pubblicò un EP omonimo e l’anno successivo il primo LP Loop. Dopo il Loop Live del 1998, arriva il capolavoro Metaversus (1999). Il gruppo che già da anni batte il circuito dei centri sociali (i 24 Grana sono sempre stati in prima linea per impegno sociale e politico), ha modo di mettersi in mostra in vari tour italiani e all’estero (Slovenia, Svizzera, Spagna, Francia e Giappone).

Il gruppo firma poi le musiche per il balletto Roc e fra il 2001 e il 2003 pubblicano tre album (K Album, Overground Live, Underpop). Partecipano poi alle compilation GE-2001 (per trovare fondi per i processi seguiti ai fatti di Genova) e Peppino Impastato e vincono il premio PIMI nel festival delle musiche indipendenti col nuovo album Ghostwriters (2008). Il loro ultimo album La Stessa Barca è del 2011 ma intanto Di Bella fin dal 2006 comincia a collaborare con vari artisti (Almamegretta, 99 Posse, Gazzè, Morgan, Donà, Servillo, Godano, Tuxedomoon). Nel 2013 lascia il gruppo e pubblica il suo primo solo Francesco Di Bella & Ballads Café con Daniele Sinigallia alla produzione e Alfonso Bruno alla chitarra. Nel 2016 pubblica l’album Nuova Gianturco e il singolo TreNummarielle col quale vince il premio Lunezia. Il nuovo album esce, sempre per La Canzonetta, il 25 ottobre del 2018 col titolo O’ Diavolo.

Il personaggio diabolico, topos insieme musicale, letterario e della cultura napoletana è la figura che tradizionalmente personifica il peccato, la divisione e lo scontro ed è qui metafora dello scontro sociale dell’età contemporanea. Di Bella prova ad esorcizzare, sintetizzare e riunire la babele della voci contrastanti con un fascio di canzoni che spaziano fra folk, prog napoletano, psichedelia, dub e reggae, coniando una forma di musica da camera rarefatta e notturna degna dei madrigali rinascimentali (Canzone E’ Carcerate su una poesia di Ferdinando Russo, Notte Senza Luna, Il Giardino Nascosto, un piccolo capolavoro di
psych-pop con languidi arrangiamenti stratificati). Di Bella si riappropria della dimensione acustica, dell’uso dell’elettronica e del calore sonoro del dialetto napoletano per percorrere sentieri ombrosi, austeri e solenni con il passo pacato della maturità. La sequenza delle canzoni assume quindi una tensione minimale ma quasi metafisica partendo dalla litania folk blues della title-track (arricchita da tastiere lisergiche), passando per il pop west-coastiano di Scinne ‘Ambresso (arricchita da ina pregevole coda orchestrale) per approdare al chamber lied introspettivo di Stella Nera (probabilmente il miglior brano dell’album) e alla bossanova notturna di Sulo Pe’Te. I trascorsi dub reggae sono recuperati con maestria con Rub-A-Dub Style (con Houcine Ataa alla seconda voce)e Rivelazioni dove la voce appare felice di inabissarsi fra elettronica ipnotica e ipnotici giri di basso, confermando quindi Di Bella come una delle più originali e rappresentative del panorama italiano. Tra i vari collaboratori spiccano Andrea Pesce (piano, tastiere, synth), Cristiano De Fabritiis (campionatori, percussioni, vibes) e Valerio Vigliar (archi). Roberto Dellera degli Afterhours dà una mano al basso. L’artwork di copertina, splendido, è opera dello street Artist Davide “Diavù” Vecchiato.

di Alfredo Cristallo

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