CARMELO PIPITONE Cornucopia

Carmelo Pipitone è un chitarrista siciliano (è nato a Marsala nel 1978), famoso per la sua militanza nel conosciutissimo gruppo Marta Sui Tubi. Ha iniziato a suonare fin da quando aveva solo 9 anni e giovanissimo inizia a partecipare a diversi progetti musicali dei quali il più importante sono i RYM.
Spostatosi a Bologna nel 2001, fonda con Giovanni Gulino i Marta Sui Tubi, un gruppo che
s’impone subito nella scena underground locale per il loro sound minimale e per la loro formazione atipica (Gulino alla voce, Pipitone alla voce e chitarra, Ivan Paolini alla batteria).

Partecipa a tutti e i sei album (più un live, un EP live e una raccolta) dei Marta Sui Tubi usciti fra il 2003 e il 2016. Nel frattempo collabora con Lucio Dalla, Franco Battiato ed Enrico Ruggeri e nel 2009 riceve il prestigioso premio Insound come miglior chitarrista acustico. Nel 2014 fonda insieme a LEF (già Hypersomniac e Berserk), Colin Edwin (dei Porcupine Tree) e Pat Mastellotto (dei King Crimson) il supergruppo O.R.k con cui pubblica due album fra il 2015 e il 2017 e sempre nel 2017 fonda i Dunk (con Ettore e Marco Giuradei e Luca Ferrari dei Verdena) con cui pubblica l’omonimo album all’inizio del 2018. Fra il 2017 e il 2018 inizia a lavorare sul materiale per il suo primo album solista che viene pubblicato il 23 novembre del 2018 per la Fabbrica Etichetta Indipendente col titolo di Cornucopia.

L’album rifulge dell’originalissimo stile di Pipitone alla chitarra capace di scodellare un etno-folk atipico che accosta le progressioni melodiche della musica occidentale con l’uso contemporaneo di due scale differenti come avviene nei raga indiani.
Nello stesso tempo Pipitone trova modo di accostare differenti stili chitarristici filtrandoli
attraverso una serie di arrangiamenti che puntano a decostruire le strutture basiche del brano più o meno impercettibilmente, usando per esempio volutamente le scordature ritmiche alla Smog e le trasfigurazioni surreali alla Capossela. Praticamente ogni brano contiene al suo interno due o più generi o riferimenti musicali e anche quando due brani sembrano somigliarsi concettualmente vengono inesorabilmente differenziati con un cambiamento di tempo, chiave o strumentazione come se il secondo dei due brani fosse una seconda opzione armonica rispetto al primo. Questa avviene ad esempio nell’iniziale Talé un prog-rock acustico che somma il classicismo di Steve Hackett alla psichedelia visionaria di Claudio Rocchi che riappare nel brano finale Sospeso ma riempito da stimoli sonori più aerei e trascendenti. Un altro esempio è dato dal folk rock cupo alla Neil Young di L’Acqua Che Hai Ingoiato che si ripresenta nella successiva Attentato A Dio ma in forma più aggressiva e al contempo più vicina ai raga indiani. La stessa struttura raga qualifica
magistralmente Vertigine A Cuore Aperto che altrimenti sarebbe un post-rock da camera alla CSI.
Questa dirompente prassi di ricorrere a partiture solo apparentemente cerebrali (in realtà ogni singolo elemento è pensato per incastrarsi a meraviglia con gli altri come in un magnifico puzzle) si sublima nell’hip hop disintegrato di Il Potere, nel folk etnico alla Carnascialia di Come Tutti infiltrato da dissonanze atmosferiche e contrappunti ritmici e dal jazz acustico con sottofondo di piano di Meglio Andare nobilitato dalla partecipazione vocale di LEF che qui clona la stupenda e indimenticabile voce di Demetrio Stratos. Cornucopia è un lavoro sanguigno e magico in cui Pipitone dimostra il suo talento unico nell’interiorizzare le tradizioni musicali di vari popoli per trasformarli in voce universali attraverso arrangiamenti sofisticati sintetizzando così creatività fiammeggiante e filologia scientifica.

di Alfredo Cristallo

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