JOHNNY BEMOLLE’S Jb

Dal 16 Giugno 2016 in tutti gli store digitali arriva “Jb” il disco d’esordio del cantautore romano Johnny Bemolle‘s

Johnny Bemolle è un cantautore vagabondo di cui si sa poco. Sono state ritrovate per caso le sue canzoni in una vecchia valigia, ognuna ambientata in un luogo diverso e ognuna densa di persone, personaggi, atmosfere.
Visto che non si conosce quasi niente di Johnny Bemolle, se non le sue canzoni,
l’illustratrice Laura Re, ormai matita ufficiale dei Johnny Bemolle‘s, ha deciso di interpretare i suoi testi cercando di realizzare un progetto sia musicale che visivo. Per ogni pezzo del disco Laura ha realizzato un’illustrazione, focalizzandosi su un particolare del testo e lasciandosi ispirare dalla musica. Il disco si chiama “Jb” ed è fuori ufficialmente dal 16 Giugno 2016

cover

Johnny Bemolle non esiste o forse è esistito o forse esiste ma nessuno lo conosce o sa dov’è. Di lui si sa che è un cantautore vagabondo. Le sue canzoni sono state trovate in una vecchia valigia e parlano di mille luoghi, persone e atmosfere. A parte quest'inizio fiabesco i Johnny Bemolle’s sono un trio formato da Antonello D’Ippolito (voce, chitarra, ukulele, percussioni), Stefano Di Leginio (violoncello) e Alessandra Macaluso (oboe, ney, voce). Sono di origine abruzzese ma romani di adozione. Hanno finora pubblicato due EP IrishUke e One Way, il primo del 2013 dedicato al folk irlandese e suonato spesso con l’ukulele e il secondo uscito nel 2014 che ha fatto da apripista al loro album d’esordio Jb uscito il 16 giugno 2016 e pubblicato da LaFameDischi. E qui finiscono le notizie sicure. Più semplicemente e ovviamente esiste un gruppo che si chiama Jonny Bemolle’s (esiste una pagina Facebook consultabile), inizialmente erano un duo (D’Ippolito e Macaluso) e poi divenuti un trio hanno deciso di portare avanti un progetto musicale che spazia dal folk, al blues,dalla musica classica occidentale a quella orientale: l’oboe specialmente è capace di eseguire con la stessa facilità per esempio madrigali medievali e raga indiani. La loro capacità tecnica e arrangiativa è fuori discussione e la loro abilità nel colorare le canzoni di quest’album (tutte ambientate in un luogo diverso) varia dal decorativo al calligrafico. Se mancano le notizie le canzoni di Jb parlano per loro. Si parte con Johnny che è (dovrebbe essere) un pezzo autobiografico del misterioso Johnny Bemolle: di sicuro si tratta di un lied folk con passaggi circolari di chitarra e oboe in contrappunto a creare magiche atmosfere. East Paris, introdotta da un Intro per chitarra solo è un acquerello classicheggiante sulle orme dei folksinger americani da Robbie Basho e Sandy Bull fino ai più contemporanei Jim O'Rourke e Devendra Banhart con un violoncello e un’oboe sognante a scambiarsi continuamente il ruolo di contrappunto o di sottofondo alla chitarra che resta in prima linea. Budapest In The Rain si apre come un folk autunnale ma viene presto vivacizzato dall'oboe che intona l’eco di una danza gitana (D’Ippolito e Macaluso sono rom) per poi distendersi su un'armonia più moderna dove è stavolta la chitarra e il violoncello a fare da sottofondo. La band si supera addirittura con la seguente Granada Beggar’s dove un ney (una sorta di flauto proveniente dall’Asia Occidentale) introduce un motivo orientaleggiante (strano eh !) che si tramuta in un folk blues con suggestioni flamenco sottolineato dal violoncello. The Cripple of Bruges riporta a climi più europei; un insolito hard blues con ghirlande armoniche di oboe e tenui filamenti di violoncello. La successiva Scotland è semplicemente il reprise di Johnny e serve per un altro saggio di bravura del chitarrista e per introdurre la giga funebre di The Fiddler Of Dooney, ricca di tensione repressa con base di violoncello e oboe che assurge qui allo status di strumento di solista, mentre la chitarra accompagna fino alla conclusione a passo di marcia irlandese; il testo questa volta è di William Butler Yeats, grande poeta irlandese e soprattutto certamente esistito. Si chiude con il folk pop di Last Train To Camden, un duetto per chitarra e oboe che si evolve in aperture panoramiche vicine alla psichedelia più acida. I Johnny Bemolle’s sono un grande gruppo: la loro capacità di scambiarsi i ruoli non sono soltanto una prova della loro abilità, sono anche un’arma in più per costruire ambiziose strutture armoniche e stilistiche dove il trio si muove con una facilità e schiettezza che pochi altri gruppi in Italia possono eguagliare. Ogni canzone dell’album è stata illustrata da Laura Re che si è ispirata a un particolare del testo e alla struttura musicale.

di Alfredo Cristallo

CREDITI
Johnny Bemolle‘s – Jb
1. Johnny
2. East Paris (intro)
3. East Paris
4. Budapest in the rain

5. Granada’s beggars

6. The cripple of Bruges

7. Scotland (Johnny reprise)

8. The fiddler of Dooney

9. Last train to Camden

Data di uscita: 16 Giugno 2016
Etichetta: Autoproduzione
Ufficio Stampa: LFD Press

All songs are written by Johnny Bemolle, except “The fiddler of Dooney”, a poem by W.B. Yeats

Cover and illustrations by Laura Re
Recorded, mixed and mastered at Sound Awake Studio

by Marco Federico, in Rome, May 2016

Produced by Johnny Bemolle

Hanno suonato:
Antonello D’Ippolito | vocals, guitars, ukulele, percussions

Stefano Di Leginio | cello
Alessandra Macaluso
| oboe, ney, vocals

PRIME DATE DI PRESENTAZIONE
– Domenica 12 Giugno @Altroquando – Roma
– Sabato 18 giugno @Il Cappellaio Matto -San Benedetto del Tronto (AP)

– Venerdì 24 giugno @Caffè Morlacchi – Perugia

CONTATTI
johnnybemolle.com
facebook.com/johnnybemolle
instagram.com/johnnybemolle
twitter.com/johnnybemolle
johnnybemolle.bandcamp.com
soundcloud.com/johnnybemolle
youtube.com/user/johnnybemolle

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