“Me miras te miro y nuestros ojos son la luz del mundo.”

La région du Maule (Chili)en Bourgogne TESTO di Vincenzo Cirillo , FOTOGRAFIE di Jérôme Gaillard

CORDILLERE, PHOTO DE MAGMA JEROME

CORDILLERE, PHOTO DE MAGMA JEROME

 

Questo è il racconto poetico del viaggio fatto da me stesso e dal fotografo Jérôme Gaillard per realizzare un’esposizione fotografica alle halles del mercato di Dijon per tutto il mese di marzo per il festival Italiart 8° Edizione , e un’altra nel mese di Aprile nella Galleria della Regione Borgogna. Sciverò anche due articoli per Magma Magazine in francese. Il viaggio e l’esposizione sono stati finanziati dalla regione Borgogna, la Regione del Maule , la Città di Dijon . Quello che io e Jerome abbiamo prodotto sono state 12 fotografie tirate su alluminium in gran formato  risultato di una drastica selezione tra oltre 5000 fotografie realizzate in dieci giorni di viaggio intensi .

Pablo Neruda

Pablo Neruda

Estamos viviendo (Viaggio nella regione del MAULE (Chile)

 

Un canto si eleva dal fondo dei nostri pensieri incrociando lo sguardo con quello dell’altro, uniti in questa perfetta simbiosi di occhi , un canto caldo riscalda i cuori ed attraversa i nostri corpi giungendo fino alla terra. Questo canto è una vibrazione, una scossa simile ad un terromoto ad un eruzione vulcanica che non fa paura, è un canto dolce come la terra e la gente del Maule (Chile)che abbiamo incrociato, conosciuto, fotografato,messo in scena, salutato alla fine del viaggio .

CHANCO playa del monolito , photo de Magma Jerome

CHANCO playa del monolito , photo de Magma Jerome

« L’uomo deve vivere nel suo paese ed io credo che lo sdradicamento per l’essere umano è una frustazione che in una maniera o in un altra , atrofizza la chiarezza della sua anima. Io non posso vivere che sul suolo della mia terra nativa . Io non posso vivere senza mettere su di lei i miei piedi e le mani, senza appoggiarci le mie orecchie, senza osservare la circolazione delle sue acque e delle sue ombre , senza percepire come le mie radici cercano di stringere le sostanze materne . » queste sono le parole usate da Pablo Neruda parlando della sua terra di nascita (nato a Parral nella regione del Maule). Io e Jérôme capiamo subito errando con la nostra auto in affitto da un luogo ad un altro, da un paesaggio ad un altro, da un incontro ad un altro che cosa voleva dire il poeta. Viaggiamo su la ruta cinque a volte verso il nord a volte verso il sud, a volte su strade selvagge sterrate piene di polvere e pietre, altre su strade asfaltate e nuove , durante uno di questi tragetti , incontriamo Jose che ci accompagna sul rio archibueno in un posto(Pejerrey) dove a volte va a campeggiare in cerca di pace e libertà, un vecchio ponte sospeso sul fiume che scorre fortemente in mezzo alla pre cordigliera , attraversiamo il ponte che dondola da una parte all’altra , un branco di capre con il suo pastore e cani al seguito lo attraversa dietro di noi , il fiume è nervoso, ghiacciato in mezzo a rocce scolpite nel tempo . Una vecchia capanna di legno in colore celeste domina la collina ,è abbandonata, metto in una posa teatrale José che lo rappresenta in tutta la sua calma ,Jérôme studia l’angolo di presa la foto è fatta, io mi bagno nel fiume rischiando di farmi trascinare dalla corrente, potente e dominante, jerome fissa tutto il pesaggio nel suo apparecchio fotografico.

mapa_maule

La sera finisce a bere e mangiare la bevanda tipica locale « Mate con Huesilo  » Jose ci racconta che i suoi genitori sono partiti in Norvegia per fuggire al periodo Pinochet, questo incontro ha un gusto di umanità , politica e cucina infatti sul nostro tavolo arrivano un  hempanada de horno , una tortilla de rescaldo , tomate con ajo chancado nel molido en piedra tutto buonissimo.

Un viaggio è sempre un abbandono del se stesso quotidiano per un essere nuovo, sognatore, incantato , diverso , un bambino incoscente che scopre tutto e che spalanca gli occhi estasiato difronte alla bellezza di un nuovo mondo, di una favola . Dopo il rio corriamo verso il mare sempre sulla ruta 5 verso il sud , sul tragetto ci fermiamo a Cauquenes a dormire da Mario nella sua bella casa coloniale di cui tutta l’abitazione è stata distrutta dal terremoto del 2010 , cenando con lui e la sua famiglia (una moglie e due bambine) ed una loro amica pittrice e fotografa, scopriamo che Neruda non è poi cosi tanto amato da una parte dei chileni , Mario è fiero della sua vigna che ha un ceppo che in Europa non esiste più e che qui chiamano cepo du Pais , gli promettiamo di visitarla nel giorno seguente , dormiamo e la mattina andiamo sulla spiaggia a Palluhue, a Chanco, El Monolito . Soffia il vento, soffia forte, il mare è agitato e le colline colano a picco direttamente nell’acqua su quella che ci appare come la spiaggia più coreografica e poetica, quella di El Monolito, io e Jérôme ci isoliamo uno dall’altro come per ricercare ognuno a suo modo la spiritualità del luogo , Jérôme fotografando ed io creando un installazione plastica a bordo del mare, il luogo è suggestivo le semplici case di pescatori colorate ora di giallo ora di celeste, ora color nocciola, ci stanno alle spalle come a testimoniare che li vive qualcuno e che forse ci sta a guardare, due ville moderne sovrastano in alto tutta la spiaggia come mostrare la differenza di classe sociale di chi le possiede. Nel pomeriggio siamo nella vigna di Mario, lo mettiamo in scena con il suo fido cane in mezzo alla fierezza della sua vigna in una posa che esalta la felicità d’essere li , di vivere la. Dopo aver incontrato un francese emigrato dalla Savoia che costruisce barche in legno e fabbrica sculture di animali , prendiamo la ruta des conquistadores in mezzo ad un polverone infernale ascoltiamo una canzone dell’italiano Franco Simone che è un vero successo nelle radio del Maule, e stringendoci le mani sanciamo la continuazione del sogno, di cui non vorremmo mai più risvegliarci. Dopo aver passato la Notte all ‘Eurocharles un hotel vicino alla ruta 5 partiamo per Constitution questa città di 50.000 abitanti che ha una spiaggia dominata da alte colline da cui io e Jérôme osserviamo emozionati le grosse rocce che spuntano dalle acque, invase da uccelli di ogni sorta, come bambini entusiasti scendiamo correndo le scale che conducono fino alla sabbia nera vulcanica e ad ai suoi enormi scogli , correndo respiriamo lo iodio del mare, ci spogliamo rapidamente e ci gettiamo come unici naufraghi nell’acqua gelida dell’oceano Pacifico , un tutto ci circonda come un abbraccio materno con il sapore del pescado ancora nella nostra saliva ci fa dire con il pensiero «  Stiamo vivendo, stiamo vivendo ».

CONSTITUCION, photo de Magma Jerome

CONSTITUCION, photo de Magma Jerome

Ancora in viaggio ora verso il lago di Vichuquen lungo il tragitto ci fermiamo sulle dune di Putu un deserto di onde di sabbia che il vento modella in continuazione , uno spettacolo di sabbia che rallenta il tempo e ci fa pensare di essere in un film in cui noi esseri solitari cerchiamo (in tutti i luoghi naturali visitati eravamo i soli ) la ragione della nostra esistenza e perduti , non sappiamo dov’è l’uscita di questo deserto e finalmente ci abbandoniamo alla sua poesia , marciando ritroviamo l’infinità dell’acqua del mare . Dopo una notte a Lloca il nostro periple ci porta sulla spiaggia dei pescatori a Duao. L’immagine dei pescatori che arrivano la mattina con le loro lance sulla spiaggia è mozzafiato, i loro volti tirati, i loro sorrisi per posare davanti la camera di Jérôme è emozionante e nonostante la flotta di turisti sud americani lo spettacolo è unico, vale veramente la pena di essere li, di vedere le tute rosse, gialle, arancioni, i numerosi pesci , diaciamo gridandolo « grazie alla sorte» . In questo viaggio dove ogni luogo sembra vicino paradossalmente è lontano perchè la strade salgono, scendono senza sosta. Attraversiamo foreste dove attaccate a gli alberi stanno su cartelli poesie che elogiano la natura e la protezione di questa, dove finisce la poesia arriva il lago di Vichuquen ed un altro poema si apre a noi, che arriva dopo il fiume e il mare e le dune,ecco il lago , ecco il silenzio assoluto io mi bagno nella sua acqua e nella mia testa una poesia scorre per restarci per sempre «  Maule o Maule  » , riprendiamo la polvere della strada per arrivare alla laguna di Tolca , camminando lungo i sentieri che costeggianno le acque sentiamo degli uccelli che in alto degli alberi sembrano ringhiare come dei cinghiali, spesso io e Jérôme ci guardiamo come per dirci questa regione è un sogno.

HACHIBUENO cerca Linares

HACHIBUENO cerca Linares

Un giorno con i fotografi Francesco Flores e il francese Claude Coltel in una azienda che produce vino artigianale biolocico dove tutto è fatto dalla mano e con i cavalli , sbronzandosi con i vini deliziosi, saporiti di Jose luis Gomez Bastias , nipote del grande poeta Jorge Gonzales Bastias che da nome all’azienda e al paese tutto intero , dopo la casuela , il vino, il mate, l’attraversata del fiume in barca, la visita della casa del poeta da questo incontro ci è rimasto una grande amicizia e senso strano di appartenenza . Concludo con le parole che aprono il libro di Jorge Ganzales Bastias : (El poemas de les tierras pobres )«  Al Maule , al rio amado, a los sombras humanas qui vagan anorando pour sus tierras ahora infecundas . »

 

Per motivi di spazio non ho potuto parlare degli incontri fatti a Talca la capitale della regione del Maule,per esempio con l’attrice Valentina , con i giovani Pricilla , Primavera,Evita t, Willy, Mauricio, a Llico, con Olga, Cecilia, Alvaro, Luis , per la televisione a Constitution con Mario

sul treno Ramal da Tolca a Constitution con gli studenti a Parral e molti altri lungo la strada e nei caffe molti sono immortalati nelle nostre fotografie artistiche . Abbiamo visitato tra l’altro nel Maule : Parral, Y Erbas Buenas , Linares, San Javier , Lincanten , Curepto , le termes del Medano sulle Ande, CONSIGLIO FINALE VISITATE IL MAULE NE VALE LA PENA.

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