VIA FRANCESCA: La novella dello stento che dura tanto tempo ovvero: neverending story

La via Francesca doveva essere riaperta 3 giorni dopo la frana del 26 febbraio.  Poi dopo una settimana. Poi prima di Pasqua. Poi l’apertura è stata rinviata al 2 aprile (il primo sarebbe parso un pesce!). OGGI 2 APRILE, VIA FRANCESCA: la strada è stata aperta alle 7, richiusa alle 9, riaperta alle 13. Per i passanti resta il rischio di restare sepolti dalla terra, la Provincia invece si è ricoperta di qualcos’altro.

 

Stamattina ho eseguito un sopralluogo con due tecnici, un ingegnere ed un geometra. Mi hanno confermato che: 1)  l’attuale viabiltà è a rischio perché il versante nudo è ripido e non si possono escludere (in particolare a seguito di eventuali precipitazioni atmosferiche) ulteriori e pericolosi smottamenti di terra che potrebbero coinvolgere il traffico con danni a persone e cose. 2) per mettere in sicurezza il fronte della frana sono necessari lavori consistenti che comporteranno tempi ed oneri non indifferenti. 3) la proposta di una deviazione del traffico sul resede della ex cava di rena (assolutamente praticabile sul piano tecnico) sarebbe stata, in via provvisoria, la soluzione meno costosa e più rapida in attesa dei maggiori e più complessi lavori da eseguire sul versante. Sto raccogliendo adesioni per una CLASS ACTION contro la provincia. (Vedi foto a dx in direzione Pontedera e poi foto a Sx in direzione Montecalvoli).

Prima era stato realizzato un muro a ridosso della frana, poi, a seguito di ulteriori smottamenti che hanno travolto il muro stesso, si è dovuto spostare lo stesso al centro della strada, ciò ha comportato un aggravio di costi  e dei tempi.

Una grande quantità di terra di riporto è stata depositata sul resede dalla ex cava di rena.

Risulta confermato che la riapertura della strada si sarebbe potuta realizzare in tempi molto più rapidi senza tenerla chiusa per 40 giorni.

Di fronte alla frana, come si può vedere dalle foto seguenti, ci sarebbe stato tutto lo spazio necessario per deviare la strada di 10-15 mt rispetto al fronte della frana. Spostare il traffico sulla cava avrebbe significato mettere persone ed autoveicoli al riparo da ulteriori smottamenti, che mai avrebbero potuto raggiungere la viabilità deviata. Riaperta la strada al traffico, sia pur in via provvisoria, si sarebbe potuto provvedere con meno urgenza alle opere da eseguire su versante al fine di consolidare il terreno (opere che ad oggi non sono state realizzate).

 

Ciò avrebbe consentito di ripristinare il traffico in 2-3 giorni, con costi limitati e nella massima sicurezza. So per certo che lo stesso proprietario dell’ex cava non avrebbe avuto problemi a concedere, in via temporanea e dietro pagamento di un giusto canone o in via definitiva dietro adeguato compenso, la cessione della proprietà (probabilmente essendo in prossimità dell’Arno non si tratta nemmeno di proprietà ma di concessione demaniale). Ritengo che le istituzioni siano colpevoli per aver sottovalutato le difficoltà a cui hanno assoggettato la popolazione. Sono decenni che la via Francesca è soggetta a ripetute frane ed alle conseguenti interruzioni della viabilità. Adesso la misura è colma, i cittadini sono stufi di subire, hanno il sacrosanto diritto di protestare e rivolgersi all’autorità giudiziaria al fine di veder riconosciuti i loro diritti nei confronti delle istituzioni.

 

Conoscendo le difficoltà che hanno subito i cittadini, i pendolari, gli studenti, i commercianti e gli imprenditori, sono ben lieto (senza alcun interesse personale) di farmi promotore  di questo movimento di protesta civile. Questo “sollevamento di popolo” deve essere finalizzato a rendere di pubblico domino l’inefficienza e l’incompetenza delle amministrazioni e ad ottenere, nel contempo, un legittimo risarcimento dei danni che per troppo tempo i cittadini hanno subito in silenzio. Confermo la proposta di una CLASS ACTION contro la provincia, invito tutti i cittadini, gli imprenditori, i commercianti ed i professionisti ad aderire alla richiesta danni.

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