ILARIA VIOLA Se Nascevo Femmina

 

Ilaria Viola è una cantautrice romana nata nel 1982 che ha iniziato a studiare musica fin da quando
aveva sedici anni. Iniziò a studiare canto seguendo i laboratori di Francesco Lo Cascio, Pierluca
Buonfrate, Giovanni Palombo, Giorgio Mazza, Paolo Senni e perfezionando la tecnica vocale con
Raffaella Misiti. Con Elisabetta Antonini ha studiato jazz e improvvisazione vocale (seguendo anche
i seminari di Carl Anderson, Andrea Rodini, Elisabeth Howard, Claudio Fabbri, Livia Corelli e Fabio
Carretti). Ha poi studiato arrangiamento con Andrea Avena e dal 2006 ha studiato alla facoltà di
musica Jazz a Frosinone. Contemporaneamente inizia la sua gavetta artistica suonando nei locali in
diverse formazioni romane. Con loro gira per tutta l’Italia suonando insieme ai Ghost, i Lilien, i
Tutania e gli Skunkheads. Inizia infine a insegnare musica all’International Music Institute, l’ottava
Tuttaltramusica, la LIm, la Bruss Records e il Soundville. Nel 2006 insieme al suo compagno Andrea
Borsato dà vita al suo originalissimo progetto di musica popolare cantautorale Variazionesultema.
Nel 2012 fonda il collettivo di cantautori romani L’Orchestra Del Condominio e nel 2014 pubblica il
suo primo acclamato album Giochi Di Parole per la Lapidarie Incisioni/Audioglobe. Il suo secondo
album esce il 24 maggio 2019 per la Goodfellas Records/Lapidarie Incisioni col titolo di Se Nascevo
Femmina. In questo nuovo lavoro Ilaria Viola propone il suo progetto di musica concettuale,
intelligente e sofisticata, un mix di arte vocale, jazz, cantautorato e anarchia melodica intrisa da
una weltansschaung da cabaret espressionista. La sua è una specie di toy music (musica
giocattolo) curiosa e inventiva nella quale vengono stravolte i concetti di ritmo e melodia
alternando all’interno dello stesso brano tempi diversi e scivolando per melismi da una melodia
all’altra. Le liriche sono all’insegna di un post-femminismo 2.0 dove il concetto di essere donna
significa sentirsi donna, esprimersi da donna e reagire al concetto di ciò che una donna
“dovrebbe” essere così come imposto dalla cultura dominante. Il suo concetto di forma aperta
della canzone dà vita a composizioni eretiche e schizoidi a volte quasi fanciullesche e goliardiche
che fanno da sutura fra cultura freak, cultura post punk e cantautorato contemporaneo. Quasi
ognuno dei brani (8 in trenta minuti di LP) è conseguentemente diverso dall’altro. Si inizia con
Bamboombeto un mix fra rap, elettronica e musica brasile ira, per passare con naturalezza al
garage rock parossistico di Leila, all’armonia rarefatta fra jazz, noise rock e progressive
(volutamente) scarno di Per Mezz’Ora, al mix fra punk rock e baccanale idiot savant della title track
(un vero trionfo di dadaismo ottenuto tramite uragani di aberrazioni sonore) all’incubo di
tribalismi sonori, space rock e vocalizzi liberi di Martini per approdare alle ballate free form di Per
La Gola e La Via Di Mezzo concludendo col nonsense ultrapsichedelico giocato sulla
disintegrazione della canzone pop (un po’ come nei Flaming Lips) di Mulini A Vento. Lo spirito naif
e irriverente, sgangherato e originale si accoppia perfettamente al senso di tragedia incombente e
fatalismo rassegnato che fa parte del suo messaggio pessimista sulla condizione femminile. Nello
stesso tempo l’arte di Ilaria Viola costituisce il più geniale tentativo di rifondare il cantautorato
popolare. L’album, interamente scritto da Ilaria Viola, è arrangiato da lei stessa con la
collaborazione insieme a Giacomo Ancillotto. La produzione artistica è di Lucio Leoni.

di Alfredo Cristallo

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