ISMAEL Quattro

Gli Ismael sono una band di Reggio Emilia, le cui radici affondano nella diaspora dei Sycamore Tree, gruppo nato nel 1995 con un sound a metà fra Joy Division e Nirvana. Fra il 1997 e il 2002 i Sycamore Tree pubblicano 3 CD autoprodotti prima di sciogliersi. Dall’ultima formazione dei Sycamore Tree provengono Sandro Campani (voce, chitarra, armonica), Giulia Manenti (chitarra) e Silvia Orlandi (voce). Dopo lo scioglimento Sandro e Giulia compongono una decina di pezzi sui testi del primo: nel frattempo si è unita a loro Barbara Morini (basso).

Vengono registrati alcuni pezzi ma il progetto rimane in stand-by senza decollare veramente. Nel 2006 (a questo punto Sandro che è anche uno scrittore ha già pubblicato il suo primo romanzo) Sandro, Giulia e Barbara ricominciano a provare, creano le musiche per un reading del libro di Sandro e nel 2008 pubblicano il primo omonimo album (con Silvia Orlandi ai cori e Termos alla batteria). Nel 2009 si aggiunge alla band Luigi Del Villano alias Piwi (sax, clarinetto) che permette un miglioramento.

degli arrangiamenti. Nel 2010 esce il secondo album Due. Poco dopo il cugino di Piwi, Luigi Del Villano sostituisce Termos alla batteria. Alla fine dell’anno esce il secondo libro di Sandro e il gruppo prepara una serie di musica per il reading del nuovo libro: alcuni brani verranno poi riutilizzati nel terzo album. Nel 2013 la band compila un EP con due pezzi che anticipano il terzo album e due cover di vecchi pezzi in chiave elettrica. Nello stesso anno esce il terzo libro di Sandro e poco dopo nel 2014 esce Ismael 3 con Emiliano Mazzoni al pianoforte. Dopo l’uscita del quarto libro di Sandro nel 2017, esce l’anno successivo il 14 settembre del 2018 il nuovo album Quattro per la Macramé Dischi: la band ha perso Silvia Orlandi ma acquista Andrea Fontanesi (tastiere). Sostanzialmente il sound degli Ismael non è nient’altro che la colonna sonora per i testi di Sandro che parlano quasi pervicacemente di storie di morte, disperazione e decomposizione. Allo scopo
vengono creati pattern musicali che usano le strutture del cantautorato italiano contemporaneo (la ballata di E’ Tutta Una Morte alla Zen Circus), rock blues (Il Nocciolo Della Questione, La Gente Che Vive, Canzone Della Vedova con echi morriconiani e ritmica forsennata), del folk rock (Canzone Del Melo, Canzone Dello Specchio), della neopsichedelia (Quante Case Spente), del dark melodrammatico e glaciale dei Diaframma (E Dove Andrai Luchino ?) per dare corposità e spessore alle atmosfere cupe, catalettiche e tragiche delle liriche di Sandro. Il sax di Piwi da un tono romantico e profetico alla filigrana abrasiva e al jingle jangle nevrastenico delle chitarre. L’effetto è quello di un perpetuo caos circolare, una trenodia immanente come una specie di maelstrom che vortica minaccioso a poche bracciate del naufrago. Parzialmente discosti da questo milieu sono il grunge rock con armonica arcana alla Neil Young di Canzone Dei Salici e due brani semi-tradizionali come Emilia (Marco Pozzi alla voce) e Barbaj cantate in dialetto dell’Appennino tosco-emiliano. La sensazione di catastrofe incombente è onnipresente e rappresenta il tratto distintivo del gruppo oltechè rappresentare un unicum compositivo nel panorama musicale italiano. La registrazione e il missaggio sono state affidate a Fontanesi (che collabora col gruppo già dal secondo LP) e i testi sono tutti di Campani tranne E’ Tutta Una Morte (di Giorgio Canali) e Emilia che è un traditional.

di Alfredo Cristallo

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