KAT FRANKIE Bad Behaviour

 

Kat Frankie è una cantante australiana (è nata a Sidney nel 1978) trasferitasi a Berlino nel 2004. Ha iniziato a scrivere canzoni fin dall’età di 6 anni, influenzata dalla collezione di dischi folk della madre e dalle ballate pop. I genitori non potevano pagarle gli studi di musica e lei si dovette arrangiare imparando a maneggiare i beat-box e la stazione ad anello, sviluppando così quella tecnica musicale che usa attualmente. Ha iniziato a suonare la chitarra a 17 anni e ha cominciato la sua carriera musicale nel 2002 esibendosi nei pub- Ha pubblicato il suo primo EP intitolato Outside Now (2004). A causa dei costi molto elevati, non ha potuto proseguire la sua carriera musicale e per qualche anno ha studiato design e lavorato come decoratrice d’interni. Nel dicembre 2004 si trasferisce a Berlino, dove trova una vivace scena musicale (e costi della vita più contenuti).

Aiutata dalla cantautrice Kitty Solaris, pubblica il suo primo LP PocketKnife (2006 per la Vitamin 2) che la inserisce fra le cantautrici più à la carte dell’underground berlinese. Fonda poi una sua casa discografica per cui pubblica due album The Dance Of A Stranger Heart (2010) e Please Don’t Give Me What I Want (2012) con i quali inizia anche una fase di sperimentazione musicale utilizzando tecniche di sovrapposizioni di frasi vocali su cori multi-doppiati. Dopo aver trascorso i successivi 5 anni impegnandosi in collaborazioni con altri artisti (Olli Schulz, il duo Keoma), Kat Frankie è pervenuta al suo quinto album intitolato Bad Behaviour e uscito per la Gronland Records il 2 febbraio 2018. In questo nuovo album, Kat Frankie costruisce un reticolo sonoro di vari stili musicali (r’n’b, soul, folk, funky, trip-hop) e contemporaneamente riallinea tecniche vocali femminili che rimandano al cabaret espressionista (Fiona Apple), a quello post-femminista (Sinead O’Connor, Cat Power, Lisa Germano, Jane Siberry) e al pop contemplativo e metafisico (Enya).

Tutti questi elementi vengono deframmentati e ricombinati, aggiungendovi le già citate
sovrapposizioni vocali e una cornucopia di poliritmi esotici (una tecnica che rimanda
all’improvvisazione multiculturale e avanguardistica dei Liquid Liquid). Il risultato finale è un LP che si presenta come un prodotto solo esteriormente mainstream pop ma che in realtà è molto più complesso in quanto assorbe tematiche espressive femministe come lo sketch sarcastico e
romantico (Jane Siberry), l’autoanalisi tormentata (Cat Power, Sinead O’Connor) e quella
esistenziale (Lisa Germano). Al registro più accattivante e orecchiabile appartengono il synth pop iniziale della title-track punteggiato da ritmi funky, il rap per synth e fiati di Headed For The
Reaper, e i due soul finali Back To Life (angosciato nello stile di Fiona Apple) e Spill (autunnale nello stile degli Eurythmics). All’altro versante, quello più malinconico e intimista, appartengono i synth pop da incubo di Swallow You Whole e Forgiveness (se possibile ancora più funebre e inerte della prima), i canti funerei di Versailles (con passo da tragedia greca) e Finite. Il mix dei due stilemi adottati è dato da brani come Home (scenografia trip-hop con sottofondo di piano dissonante e droni di chitarra che esplode improvvisamente in un veemente hard-rock) e The Sun (sostanzialmente una giga irlandese per sola voce, percussioni e organo di sottofondo che si tramuta in un ambizioso pop con digressioni jazzate al piano). L’ultimo lavoro di Kat Frankie punta decisamente in alto essendo il frutto di un’elaborazione artistica notevole e di un processo di rottura dei confini che non è soltanto musicale ma anche politico nel momento in cui somma riflessioni introspettive, disamina esteriore del mondo e tematiche liriche e sonore emotivamente romantiche.

di Alfredo Cristallo

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