FUZZ ORCHESTRA Uccideteli Tutti ! Dio Riconoscera’ I Suoi

Fuzz Orchestra è un trio che fa avanguardia musicale mescolando noise analogico, hard rock, colonne sonore e narrazioni su temi storici controversi. Nel 2006 quando si formarono, il gruppo che comprendeva Luca Ciffo (chitarre), Fabio Ferrario (tastiere e voce) e Marco Mazzoldi (batteria) gli argomenti affrontati nei primi 2 album Fuzz Orchestra (2007) e Comunicato n° 2 (2009) riguardarono rispettivamente la resistenza e lo stragismo. Il sound tagliente e istintivo marcava a fuoco questi temi con un’incredibile tensione spasmodica. Mazzoldi venne sostituito da Paolo Mongardi un anno prima dell’uscita del tezo album Morire Per La Patria (2012), disco più introspettivo ma anche più monumentale che si avvaleva della collaborazione di musicisti come Enrico Gabrielli (clarinetto, sax, flauto), Xabier Iriondo (chitarra) ed Edoardo Ricci (sax). Le manipolazioni sonore di Ferrario , i ritmi tribali e le intuizioni sonore vintage contribuirono al successo del LP nel panorama dell’underground italiano. Questo canone sonoro e concettuale trova il suo quarto capitolo nell’ultimo album Uccideteli Tutti ! Dio Riconoscerà I Suoi, uscito ai primi di marzo 2016 per la Woodworm. L’album narra storie di rivelazioni, giudizio e scelte tratteggiando un percorso tra vari tipi di apocalissi: storico-sociali, personali e sacri.

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Questi tre piani vengono sorretti narrativamente da dialoghi tratti dalla filmografia socio-politica italiana degli anni ’60 e ’70 (tranne significativamente in un caso come vedremo) e si appoggiano sulla profezia di un futuro dove la Terra sarà talmente sovrappopolata da generare uno stato di conflitto endemico per il possesso delle risorse fino al collasso totale del genere umano. Il trio Ciffo, Ferrario e Mongardo fonde il proprio materiale sonoro con le partiture di musica contemporanea di Gabrielli qui nella triplice veste di musicista, narratore e direttore dell’ensemble Esecutori di metallo su carta (Francesco Bucci al trombone, Marco Santoro al fagotto e Sebastiano De Gennaro al timpano e vibrafono più Nicola Manzan alias Bologna Violenta al violino). Il risultato è un LP di rock brutale, cacofonico e fragoroso capace di fondere tre o quattro generi di sound violento e barbarico e 30 anni di rock decostruito. L’iniziale In Nome Del Padre scopre subito le carte quando da delicato lied cameristico si tramuta in un incubo sonico in cui il recitato (che assembla svariati dialoghi tratti dai western italiani di serie B) viene squarciato senza pietà dai fuzz di chitarra e da un’orchestrazione politica degna erede dei lavori dei Magma.

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Gli hard rock di Todo Modo (con recitato tratto dall’omonimo film di Rosi) e Il Terrore è Figlio Del Buio (con dialoghi presi dal Settimo Sigillo di Ingmar Bergman) con le loro atmosfere psicotiche alla Jesus Lizard fronteggiano adeguatamente le spirali heavy-jazz di Born Into This (con punte di lascivia alla Stones e recitato addirittura di Charles Bukowski) e il dark metal alla Black Sabbath di L’Uomo Nuovo. Gli assemblaggi più elaborati si trovano in Una Voce Verrà (inizio industrial e prosieguo prog-rock con orchestra dissonante) e nel momento lirico di Lamento Di Una Vedova, ingegnosa trasmutazione di un canto tradizionale abruzzese che diventa un’invocazione funebre su sottofondo di fisarmonica orrendamente deturpata dai feedback elettronici della chitarra. Il power punk cingolato finale di The Earth Will Weep riconduce la band alla loro ovvia controparte musicale, i Chrome: in un clima di angoscia e nevrosi si svolgono turpi rituali di lacerazione e (auto)flagellazione morale propiziate da un equilibrio armonico che riassume il minimalismo metallico di Glenn Branca e il dolore senza speranza di catarsi dei Swans di Mike Gira. Il titolo dell’album è tratto dalla leggendaria risposta che Arnaud Amaury legato papale designato all’estirpazione dell’eresia catara nel sud della Francia (1209) avrebbe rivolto a un soldato che gli chiedeva come poter distinguere durante l’assedio di Beziers gli eretici dagli altri: la terribile risposta causò lo sterminio di massa della popolazione cittadina (eretici e cattolici che erano poi la maggioranza) dopo la resa.

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