VAIO ASPIS RADICA

A quattro anni di distanza dal precedente Be The Other, esordio (cantato in inglese) su LP del 2010,torna la band vicentina dei Vaio Aspis con il nuovissimo Radica album autoprodotto ma distribuito da (R)esisto registrato e mixato da Matteo “Ciube” Tabacco e masterizzato a Boston da Jay Maas. I Vaio Aspis si sono formati nel 2008 come band alternative-metal in una inusuale formazione a sestetto con due chitarre (Dennis Forcinti e Alessio Magnabosco), due cantanti (Michele Lombardi e Luca Cracco) e la sezione ritmica di Juri Vencato (basso) e Luca Zordan (batteria). Il gruppo, da sempre estremamente attivo nella dimensione live veneta si è fatta notare non soltanto per il suo sound, un’estremizzazione del grunge, ma soprattutto per i testi diretti e spietati, racconti di vita quotidiana di operai, gente comune e immigrati che vivono in questi periodi di crisi, tensione ed incertezza (tanto più pesante nella loro regione tra l’altro) a cui la soluzione di interazione fra doppio cantato e doppie chitarre conferiscono una forza d’urto e un impeto decisamente interessante. Musicalmente i Vaio Aspis paiono aver fatto propria la lezione dell’hardcore politicizzato di gruppi storici italiani come i Raw Power, i Negazione e i più recenti Linea 77 mentre per le parti cantate ricordano gli Assalti Frontali nei loro brani meno hip hop e più aggressivi.

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D’altra parte come è ovvio non appaiono immemori delle esperienze del rap metal USA (particolarmente evidente nel passo monolitico delle 2 chitarre) e del grunge pre-Seattle degli Squirrel Bait di cui ereditano l’interazione fra canto e chitarre, le muraglie di riff, il canto sgolato e angosciato come quello di un ragazzino inerme di fronte alla vita, nel quale la disperazione è talmente intensa da trasformarsi in euforia. La maggior parte dei pezzi ondeggia fra questi due generi. All’ala più rap appartengono Nuovo Giorno (degno dei Rage Against The Machine), Sotto Ricatto (il singolo tratto dall’album) e Quel Vuoto In Te più l’esperimento di Il Giorno Muore All’Alba un recitato su un sottofondo altamente emotivo di musica concreta. Al genere hardcore appartengono invece Con Il Tempo Il Cane Impara A Sentire L’Odore Di Rabbia degno delle epiche slamdance dei Germs e l’anthem programmatico di Violenza Di Strada. L’iniziale Sono Ancora Qui invece è un riuscitissimo mix fra due generi e può ambire a rappresentare l’esatta cifra stilistica della band. Fanno parziale eccezione a questa linea espressiva il dark desolato di L’Eternità Di Un Attimo (arricchito da un refrain arioso) e le venature funk del brano finale Il Paese Degli Uomini Integri. Radica è un buon capitolo di musica alternativa, dall’ordito forse o magari volutamente grezzo ma puntellato sicuramente da una sincera rabbia narrativa che permette comunque al gruppo di alzare la posta sulle proprie future potenzialità. Molto belle la copertina esterna e il booklet con 2-3 foto in bianco e nero veramente di ottimo livello.

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