Proseguono le iscrizioni al Premio Anacapri Bruno Lauzi – Canzone d’Autore 2014: Scarica il bando!

unnamed (5)Continuano le iscrizioni per la VII Edizione del “Premio Anacapri Bruno Lauzi –  Canzone d’Autore 2014? ideato da Roberto Gianani, scrittore e giornalista napoletano. Il Premio è un omaggio alla musica d’autore, dedicato ai giovani cantautori e alle loro canzoni inedite. Una manifestazione prestigiosa che anche quest’anno sarà celebrata con una serata di gala prevista per il 28 agosto all’Auditorium “Paradiso” di Piazza E. Cerio di Anacapri, nel corso della quale i sei finalisti scelti tra centinaia di concorrenti si contenderanno il prestigioso riconoscimento.

L’iscrizione al Premio è gratuita. Le domande di iscrizione dovranno pervenire entro il 31.05.2014. Tutte le informazioni relative al premio e al regolamento per le ammissioni, è pubblicato alla pagina web del Comune di Anacapri, all’indirizzo: http://www.comunedianacapri.it/it/l/vii-edizione-del-premio-lauzi

COMPILATION ANACAPRI BRUNO LAUZI
In onore a Bruno Lauzi è stata creata una compilation dal Mei, contenente i brani dei vincitori delle edizioni passate.
Tracce della compilation:- Fabiano Galasso 2009 – Pelle distratta

– Dora Carbone 2010 – Fammi Andar via

– Alfina Scorza 2011 – Di rosso e sensualità

– Stefania Spina 2012 – Rovo di More

– Titoli di coda 2013 – Se ci fosse l’amore

Questo è il link per ascoltare e/o scaricare la compilation Anacapri Bruno Lauzi:

https://soundcloud.com/meetingdegliindipendenti/sets/compilation-premio-anacapri-bruno-lauzi

 

BIOGRAFIA BRUNO LAUZI
Bruno Lauzi, nato all’Asmara l’8-8-1937 ma cresciuto a Genova, è ritenuto con Umberto Bindi, Gino Paoli e Luigi Tenco uno dei fondatori della cosiddetta “scuola genovese” da cui nacque la canzone moderna italiana ed il cantautorato.Ha conosciuto e condiviso insieme al suo amico e compagno di banco Luigi Tenco al Ginnasio “Andrea Doria” la passione per i films musicali e per il jazz: con Luigi – siamo all’incirca nel 1953 – faceva parte della stessa “band”, la “Jelly Roll Morton Boys Jazz Band”. Nello stesso periodo i due iniziano a scrivere canzoni sotto la guida di Gianfranco Reverberi e di Giorgio Calabrese.

Dopo il ‘56, trasferitosi a Varese, conosce e collabora con Piero Chiara (di cui corregge le bozze dei primi libri) alla nascita del quindicinale politico liberale “L’Altolombardo”; scopre la canzone francese di Brassens, Brel, Aznavour ed inizia il suo percorso (mentre ancora studia Legge alla Statale di Milano) componendo il brano che darà l’impronta a tutta la sua produzione artistica futura: “Il poeta”.

Si diploma in inglese alla Scuola Interpreti di Milano che raggiunge quotidianamente viaggiando sul treno che da Varese porta a Milano assieme a studenti ed operai (non prenderà mai la patente…!). Sono gli anni del boom economico e contemporaneamente del fenomeno dell’emigrazione; da questi treni Bruno vede scendere famiglie di emigranti arrivate al Nord col miraggio del lavoro: nasce così “La donna del Sud” mentre vince nel frattempo due concorsi nazionali di traduzione, ma abbandona coraggiosamente a due esami dalla laurea la Facoltà di Legge, decidendo di dare alla sua vita una ormai irrinunciabile svolta artistica.

In quel periodo compone “Ritornerai” e con questo brano cominciano ad arrivare i primi riconoscimenti.

A Milano inizia a frequentare e conoscere l’ambiente artistico di quegli anni, dai Gufi ad Enzo Jannacci e a lavorare al mitico “Derby” di Milano, il locale del cabaret degli anni sessanta assieme a Cochi e Renato, Felice Andreasi e Lino Toffolo: il suo successo come autore, cantante ed interprete comincia a diventare sempre più importante; inizia così la sua vera attività artistica che comincia ad impegnarlo in concerti e tournee internazionali fra le quali anche una insieme con Mina. Alla fine degli anni Sessanta Bruno Lauzi conosce e diventa amico di Lucio Battisti
che gli propone di entrare nella sua casa discografica, la “Numero Uno”: inizia una proficua collaborazione col duo Battisti-Mogol che Bruno suggellerà portando al successo,
come interprete, brani storici quali “E penso a te”, “L’aquila” e “Amore caro, amore bello”, con il quale raggiunge il primo posto in hit parade. Vince vari premi della critica discografica con canzoni cantate da lui o scritte per altri quali “Lo straniero” per George Moustaki, “Quanto
t’amo” per Johnny Halliday, “L’appuntamento” per Ornella Vanoni, “Piccolo uomo” per Mia Martini incontrando artisti internazionali come Vinicius De Moraes , Toquinho, Petula Clark, Dionne Warwick, Tony Bennet, Peter Ustinov, Gabriel Garcia Marquez, Serge Reggiani, scrive canzoni per bambini tra le quali “La tartaruga”, e “Johnny Bassotto” ed inizia a collaborare praticamente con tutti gli artisti nazionali, tenendo, tra gli altri, a battesimo “sconosciuti” come Edoardo Bennato, Roberto Vecchioni, i Gatti di Vicolo Miracoli.

collabora con i fratelli La Bionda (per un periodo suoi chitarristi nei concerti dal vivo) ed è il primo tra i colleghi ad ospitare in televisione Baglioni e, forse, l’unico con Mina ad avere Battisti in un suo “speciale” televisivo. Sempre in quel periodo nasce una sincera simpatia personale
con il suo avvocato di allora, un certo Paolo Conte, che gli fa ascoltare su un vecchio “mangiacassette” un brano (“Onda su onda”) di cui subito Bruno s’innamora portandolo al successo. Sarà poi la volta di brani come “Genova per noi” e “Bartali” tanto che lo stesso Conte ebbe a definirlo “grande ambasciatore della mia musica”… Incide “Angeli” con Lucio Dalla, “Naviganti” con Ivano Fossati, “Maria dei parafulmini” con Ron ed il figlio Maurizio fino ad ospitare Paolo Conte al vibrafono nel proprio disco “Back to jazz”.

Vince il premio della critica nel 1989 al Festival di Sanremo con il brano “Almeno tu nell’universo” scritto con Maurizio Fabrizio magistralmente interpretato da Mia Martini.

Decide di diventare discografico ed editore di se stesso: fonda una propria casa editrice che chiama significativamente “Pincopallo” e, sempre con Maurizio Fabrizio, dà alla luce nel 1992 uno degli album più significativi della sua carriera “Il dorso della balena”. Pubblica due volumi
di poesie: “I mari interni” edito da Crocetti Editore nel 1994 e “Riapprodi” edito da Rangoni Editore nel 1996, riuniti più tardi in un unico volume dal titolo “Versi facili”, Edizioni Marittime dello stesso Lauzi.

Diceva Bruno di sé: “alla tenera età di 63 anni amo definirmi un cantante, compositore, autore di testi, cabarettista e poeta e gran cercatore di funghi…”
Nel tempo libero trova il tempo di occuparsi inoltre, di politica, giornalismo ed enogastronomia, tanto da arrivare assieme alla moglie Giovanna e su suggerimento del grande Giacomo Bologna a produrre un Barbera denominato “La Celesta” che Veronelli ebbe a definire “grande
vino” ottenuto con le uve raccolte dai vigneti della propria cascina, nell’amata Rocchetta Tanaro.

All’inizio degli anni 2000 Bruno Lauzi si ammala, fortunatamente in forma non grave, del morbo di Parkinson, e come confidava lui stesso “comincio a temere che il tempo a mia disposizione possa cominciare a scarseggiare”… La sua vita artistica subisce così un’improvvisa accelerazione e si moltiplicano attività ed iniziative in più direzioni: riprende a pubblicare per la propria etichetta, la Pincopallo, una nuova serie di album che ne testimoniando cosìla vitalità dirompente del suo estro creativo: “Una vita in musica”, “Omaggio alla città di Genova”, “Omaggio al Piemonte”, “Tra cielo e mare: la Liguria dei poeti”, “Back to Jazz”, e per altre case discografiche escono “Il manuale del piccolo esploratore” e “Nostaljazz”. Nel frattempo pubblica il secondo volume di poesie “Esercizi di sguardo” edito da Edizioni Marittime, libro che si
impone all’attenzione della critica e di poeti quali Nico Orengo, Giuseppe Conte ed Elena Bono, ma soprattutto commuove il grosso pubblico. Una delle liriche ivi contenute, dedicata allo sfarfallìo della mano colpita dal morbo “La Mano”, diventa un gadget per la raccolta di fondi a favore della ricerca scientifica sul morbo di Parkinsone pubblica il volume “Poesie contromano”, un omaggio alla sua calligrafia scomparsa…

Gira il cortometraggio “Ora dicono fosse un poeta” coaudiuvato
dall’amico Felice Andreasi, e che ottiene vari riconoscimenti dalla critica, vincendo, tra l’altro, alcuni premi della tra i quali citiamo quello del Festival di Bellaria.

Scrive un musical con Gianfranco Reverberi “Una volta nella vita” che diventerà testo scolastico per le scuole di musical. Rinfrancato dal giudizio positivo di esperti del settore (Garinei stesso si complimenta con Bruno), scrive una nuova commedia musical con Pippo Caruso “Donna Flor”, rinnovando fra i due le sintonie e la stima di sempre. Diventa testimonial dell’AIP (Associazione Italiana Parkinson) contribuendo con diverse iniziative alla raccolta fondi per la ricerca.

Una nuova terribile malattia mina la salute e la vita di Bruno che nel 2005 che trova l’energia per far scrivere chi curava e tuttora cura questa breve biografia: “Come massimo segno di fortuna e dopo non poche vicissitudini, attraverso i buoni uffici dell’amico Franco Battiato, vede la luce a venti anni dalla prima stesura, il “non-romanzo” “Il caso del pompelmo levigato” che viene pubblicato da Bompiani Editore” e che Bruno amava definire “piccolo trattato umoristico sul libero arbitrio ed
altre arbitrarietà…”

Nell’ultimo anno di vita Bruno Lauzi detta e fa pubblicare il suo libro autobiografico “Tanto domani mi sveglio” pubblicato da Gammarò Editore, realizza per RAI Trade l’album “Cioccolatino” e per l’Associazione Italiana Parkinson l’album “Ogni bambino è un miracolo in più”.

Il Club Tenco di Sanremo con cui Bruno Lauzi, dopo un tormentato periodo, aveva nel 2001 ripreso un’intensa e affettuosa collaborazione, decide di dedicargli il massimo riconoscimento del Club, il Premio Tenco, in questo caso eccezionalmente dedicato a un cantautore italiano. Lauzi ne resta sorpreso e onorato ed è ormai consapevole della suo destino.

Nello stile asciutto che gli è caro commenta: “Ho cominciato con Tenco, finisco con Tenco” suggellando così con disincantata lucidità il suo iter di uomo e di artista. Saranno la moglie Giovanna ed il figlio Maurizio a ritirare per lui il premio sul palcoscenico di Sanremo l’ 11 Novembre 2006: nell’Ottobre del 2006, infatti, Bruno Lauzi si spegne lasciando un’eredità umana ed artistica di rara nobiltà.

A noi, amici e collaboratori, non resta che raccogliere il testimone da lui lasciato e seguire il preciso progetto artistico e culturale da lui tracciato al quale stiamo lavorando.

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